Napoli che muore (14)
Avevo un'amica simpatica che mi narrava di quand'era piccola e di sua madre che la vestiva con pizzi, merletti e scarpine di vernice nera, e le attorcigliava i lunghi capelli biondi in boccoli tenuti fermi da fiocchetti rosa, e la portava a spasso per il Vomero, e tutti si fermavano a guardarla, emettendo gridolini di ammirazione. E lei, che camminava sempre a capo chino, piena di rabbia e di ribellione, quando una mamma in visibilio introduceva le dita nei suoi riccioli e sospirava:"Quanto sei bella, sembri proprio una bambola.", lei puntava lo sguardo fiero, pieno di freccette avvelenate, in quello intenerito della donna, e sillabava la parola "culo".
A quel punto sua madre la strattonava sibilando:
"Non si dice, non si dice."
"Perchè?" chiedeva lei.
"Perchè pare brutto."
E lei, piccola diavolessa, obiettava:
"Pare brutto che t'aggio scassato 'o juoco, eh?"
C'era da aspettarsi molto da un cervellino tanto vivace. E invece il piccolo genio, crescendo, è diventato identico a sua madre.
Giorni fa, parlando di persone non gradite, si lamentava di doverle per forza invitare a cena.
"Perchè per forza?" ho chiesto.
"Perchè se no pare brutto." mi ha detto convinta.
Avevo un'amica simpatica che si è trasformata in una conoscente.
sabato, dicembre 16, 2006
Pubblicato da Ueuè alle 12:19 AM
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3 commenti:
mi spiace per uèuè ma cene "politiche" ne abbiamo fatte un pò tutti......amici e conoscenti......
E' il complesso di Biancaneve"...in chiave antropologica può devastare un intero genere umano.....
Caro anonimo,se effettivamente questo "complesso di Biancaneve...in chiave antropologica può devastare un intero genere umano", forse è meglio non parlarne perchè pare brutto...
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