Napoli che muore (15)
Su in collina c'è una gran piazza circolare abbracciata da due immensi e solidi edifici costruiti in un'epoca in cui le case popolari prevedevano anche la vista del mare. Oggi l'area di queste abitazioni gira sui dodicimila euro a metro quadrato, e gli operai, dopo averle riscattate, o hanno fatto fortuna e son rimasti, o hanno venduto per comprare una casa ad ogni figlio.
Nella piazza c'è il chiosco d'un giornalaio che vende anche giornalini e cassette porno, un'agenzia turistica che spunta prezzi stracciati per i viaggi degli immigrati, un teatrino d'essaie, ricavato in un sottoscala e sovvenzionato dal Comune, che ospita i lavori dei "creativi" allineati con l'ideologia politica vigente, il biglietto costa pochissimo, ma per due ore siete costretti ad assistere a merdate indescrivibili. E c'è poi don Salvatore con la sua salumeria e adiacente forno per pizze da consumare in piedi all'aperto. Di giorno i suoi locali si riempiono di file di lavoratori che nell'ora di stacco vanno a prendersi una fetta di margherita o un panino imbottito. Ma di sera tutta la piazza è inondata di macchine, di moto e di gioventù, birre,tranci di pizza, panini caldi e un gran vociare.
C'è anche un ragazzino che spaccia fumo per canne e cocaina, e circola indisturbato tra i veicoli.
D'estate, qualche anziano operaio in pensione si affaccia al balcone per ristorarsi al venticello della sera che arriva dal mare, e guarda tutta quella folla eterogenea assiepata sotto l'enorme cedro del Libano piantato in un'orribile aiuola di calcestruzzo, tutta tappezzata di lattine e di tovagliolini di carta.
Guarda e pensa. Chissà a che pensa.
martedì, dicembre 19, 2006
Pubblicato da Ueuè alle 2:45 AM
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
8 commenti:
Sicuramente pensa a come si stava meglio quando si stava peggio.
Buon Natale Ueuè.
Amedeo
ho riconosciuto la piazza perchè abito là vicino. però le pizze di don salvatore sono buone devi ammetterlo
le nuove generazioni non somigliano per niente a quei pensionati che hanno onorato la vita col loro lavoro. L'ho fatto anch'io e ne sono fiero.
Un napoletano non allineato
al posto di quel bel cedro del libano ci metterei lui, il giovane architetto in fiore rampante e creativo che ha concepito l'obbrobrio di quell'aiola per la monnezza.
Infatti. Pensa a quanto si divertirebbe Tebby a fargli la pipì sui pantaloni.
brava ueuè.quella piazza l'hai proprio pittata
sono solo come un cane per me va bene anche questa piazza
Ma chi se ne fotte. tengo ancora a mammà che a novant'anni mi fa gli struffoli.
Posta un commento