Una volta, l'allora ministro Martino, disse, con grande humor, che a Milano i semafori sono la regola, a Roma un suggerimento, e a Napoli addobbi natalizi. Ma non è per un'improvvisa e mai tardiva decisione anticonsumistica del Comune, improntata ad una necessaria auto-austerity, nè per donare un po' di piena libertà ai napoletani che trattano i semafori come addobbi natalizi,
se per qualche giorno il Comune li ha spenti. In realtà si è trattato di vero distacco, come quando non paghiamo la bolletta della luce, perchè il Comune non
aveva i soldi per pagare la ditta che gestisce i semafori.
Ora, se mettete nel conto la vita di una giovane donna che percorreva in motorino via Caracciolo, stroncata da un lampione, la cui base di ferro era marcita per mancanza di controlli e di relativa manutenzione, che le è piombato addosso uccidendola.
Se aggiungete tutti i motociclisti invitati ad andarsene all'altro mondo dai buchi della pavimentazione stradale della Riviera di Chiaia.
E non tralasciate il caos che si sta verificando nei prontosoccorsi a causa del pagamento del ticket, che è a discrezione del medico che vi visita, il quale deve stabilire l'entità della sintomatologia che vi ha condotti lì, caricandosi di una ulteriore responsabilità.
E se inoltre considerate che è previsto l'aumento delle tasse per la rimozione dei rifiuti urbani, quando già eravamo nella rosa dei cittadini che pagavano il tributo più alto per questo servizio, ma che, a differenza degli altri comuni, tale servizio è del tutto inefficiente in quanto abbiamo dovuto imparare a convivere con la monnezza.
Se assommate tutti questi "regali" non graditi, a quali conclusioni giungerete?
A nessuna.
Noi non concludiamo, siamo inconcludenti... E sopportiamo.
Ennio Flaiano diceva che l'Italia è un paese di santi, di navigatori e di...cognati.
Bene. I navigatori sono stati prodotti da Genova, Amalfi, Venezia, eccetera.
I cognati sono scaturiti un po' dappertutto.
Ma il record dei santi, santi anonimi e sconosciuti, santi senza incenso, senza fiori e senza preghiere, ce l'ha questa nostra città che sta sempre per morire e, malgrado tutto quello che è costretta a subire, non muore.
giovedì, gennaio 04, 2007
Napoli che muore (20): I regali
Pubblicato da Ueuè alle 3:04 AM
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14 commenti:
come fa male questo tuo dito nelle piaghe...
Ma tu i masochisti li chiami santi?
non si può continuare così
aspetta qualche mese e vedrai la fine di questa santità. Dio ti liberi di pazienza stancata.
io mi faccio costruire una cappellina abusiva
chi è causa del suo mal pianga se stesso
me ne vogl'ì all'America
pe' sta luntano assaie...
Sta di fatto che durante il black out dei semafori abbianmo assistito ad una migliore scorrevolezza del traffico...
Forse bisognerebbe smantellare anche un pò di apparato burocratici, di cartelli ideologici e soprattutto di rappresentanze politiche e sindacali..
Basta delegare !!!!!
Baci Mamy..
caro ottoflash,sei proprio un ottimista,ma tu credi davvero che basterebbe?
chissà che ci porterà la befana.
sono tutta un fremito!
Avanti popolo...
sarà ma secondo me quando uno capisce che non ha futuro può diventare pericoloso e questo vale anche per una città
ma noi questi regali li ricambiamo: camorra, sporcizia, anarchia,violenza...
La critica deve essere costruttiva, altrimenti è meglio lasciarla a casa,cara Adele.
E' questa una città ineducabile, o è così perchè è stata sempre mal governata? E' nato prima l'uovo o la gallina? Perchè i napoletani quando se ne vanno rigano dritto?
e chi cacchio o' ssape!
Io durante il black-out (che in alcune zone persiste ancora) ho notato una maggiore scorrevolezza causa mancanza vigili...manco nei bar a prendersi il cornetto li ho trovati (ho notato anche una maggiore incazzatura e maleducazione dei soliti che per poco non si ammazzavano per passare per primi)!ma che fine hanno fatto??? "e io pago" (le tasse)...Grande Totò, unica vera e mai superata anima di napoli...questo ci restano, le icone della buona e "ingenua" napoletanità...sto per fare le valigie...a malincuore!
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