da:"Cittadella" di Antoine de Saint-Exupery, ed.Classici Borla.
"Io ti parlerò del fervore poichè dovrai passare sopra a molti rimproveri. Così la moglie ti rimprovererà continuamente di offrire il tuo amore ad altri. Perchè secondo l'uomo quello che viene dato a uno viene sottratto ad un altro. E' la dimenticanza di Dio e l'uso dei beni che ci hanno fatti così. Perchè in realtà ciò che tu dai non ti diminuisce, anzi ti accresce nelle tue ricchezze da distribuire. Allo stesso modo chi ama tutti gli uomini in Dio, ama molto di più ciascun uomo di chi non ne ama che uno solo ed estende semplicemente al suo complice il miserabile campo della propria persona. Così chi affronta in lontana terra i pericoli delle armi dona alla donna amata senza che essa lo sappia, poichè le offre qualcuno che esiste, più di quanto le dia colui che la culla giorno e notte ma non esiste.
Non fare economie, perchè non è merce quella che si risparmi quando si tratta di movimenti del cuore. Donare significa gettare un ponte sull'abisso della tua solitudine
Quando tu dai non preoccuparti di conoscere a chi dai. Perchè verranno a dirti:"Il tale non merita questo dono!". Come se si trattasse di una merce utile ai tuoi bisogni. Anzi, colui che non ti è di alcun vantaggio nei doni che gli potresti chiedere, può servirti nei doni che gli offrirai, poichè attraverso lui servirai Dio. Lo sanno bene questo coloro che non provano alcuna pietà per i mali del servidorame, ma rischiano facilmente la propria vita e affrontano senza esitare cento giorni di marcia tra i sassi unicamente per medicare la ferita del servo dei loro servi. Si dimostrano abbietti e soggiacciono all'adulazione del valletto solo quelli che pregustano un suo gesto di riconoscenza, poichè costui non ha abbastanza carne da strapparsi per ricompensare un tuo sguardo, però, attraverso il depositario, hai dato a Dio, e sei tu che devi prostrarti poichè lui si è degnato di ricevere.
sabato, novembre 03, 2007
NAPOLI CHE MUORE (120): Il fervore
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13 commenti:
Non chiacchiere, ma fatti come questo post, per mettere tutti con le spalle al muro. Mi chiedo chi potrebbe salvarsi, o quanto meno uscirne indenne. Almeno si zittissero i parolai del nulla!
Com'è difficile seguirti, Ueuè, com'è più facile seguire le chiacchere cui allude questo Saverio, presi tutti come siamo dall'allarme e dalla contingenza.
Bisogna volerti molto bene per non mollarti. Ed io per fortuna te ne voglio moltissimo.
Durissimo questo Saint-Exupery, proprio perchè estremamente convincente...e altrettanto irraggiungibile.
Ueuè, hai linkato i trappisti, okay, ma vuoi farci diventare tutti così?
saviet: za bacit u scovace!
Non conoscevo questa "cittadella", me la compro subito. E grazie sempre per le tue proposte.
Okay.
Senti, manigolda, nonostante le tue esortazioni e quelle di Saint-exupery io santo non ci diventerò mai. Anzi con tutto il mio egoismo non vedo l'ora di rivederti. A presto!
Ehi, bella gente, non mi date così addosso. Era soltanto una piccola esortazione...
"Io so quando una donna non è come una fortezza smantellata o come una barca senza rotta dal cui anello di ferro si possa staccare a proprio piacimento la corda per condurla là dove si vuole -ma un essere meraviglioso con le sue leggi di gravitazione interna e i suoi silenzi più maestosi del silenzio dei sistemi stellari".
"Cittadella" cap.xxx nell'edizione francese.
Vorrei averlo scritto io per Lei.
Le ho inviato il mio libro a Napoli, come d'accordo.
Ma tu ce l'hai questo capitolo citato da Lezard?
Mi interessa molto ed io da qui non posso procurarmi il libro.
Scusami Ueuè.
Grazie Lezard, ha visto?, ha creato un precedeente. Domani prima di partire pubblicherò il trentesimo capitolo.
Per tutto il resto le farò sapere.
Voce fuori tempo. Questo è tempo di ipocrisia e di nequizie. Dovrebbero essere cacciati a calci in culo tutti dal Tempio, anche quelli che fingono di scagliarsi e sono i peggiori. Non faccio nomi per carità cristiana ma parte della stessa Chiesa ce l'ha sui coglioni.
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