"Tu non ti lavi." "Come hai detto? Cos'è questa sciocchezza?" "Sì, non ti lavi, io lo so. E' inutile che ridi come una stupida." "Se dici delle cose buffe è normale che mi venga da ridere." "Io ho detto una cosa vera, non buffa. Ti puzzano anche i piedi dentro la scarpe da ginnastica." "E quando mi avresti vista con le scarpe da ginnastica, chè non ne ho nemmeno un paio e le detesto?" "Allora ti puzzano dentro gli stivali." "Va bene, allora adesso mi tolgo gli stivali. Certo che a cavalcare per due ore e mezza un po' di sudore arriva. Ma i miei piedi non puzzano. E adesso se sei davvero una femmina, li devi annusare. Puzzano?" "No, non puzzano." " Guarda che io mi lavo anche troppo. Sono un po' fissata. Ma è tutto il contrario di quello che hai detto."
"Lo so." "E allora perchè dici fesserie? Solo quando ci si ama ci si lava di meno. Perchè dell'altro ami tutto, anche lo sporco, e vorresti mangiartelo." "Che schifo." "Eh, adesso dici così. Ma quando sarai grande lo capirai. Tu, piuttosto, perchè ce l'hai con me? Vuoi dirmi che ti ho fatto?" "Te ne vuoi andare via, vuoi andare a vivere a Milano." "Io, a Milano? Ma chi ti ha detto questa stupidata?" "L'ho capito da sola." "Io non ci credo che hai capito da sola una cosa che non esiste. Secondo me qualcuno ci ha inzuppato il pane. Forse tuo padre." "Mio padre non c'entra. Lo tiri sempre in mezzo. Lui si fa i cazzi suoi." "Tu invece no, eh?" "Perchè ho paura che te ne vai." "Senti, levati questa fissa dal cervello. Io qui ci sto bene. E' un posto meraviglioso. E poi ci sei tu. Non potrei più vivere lontano da te, capito?" "Non è vero che puzzi. Profumi di tuberosa." "Grazie tante. Però adesso devo andare a farmi la doccia." "Posso venirci anch'io?" "Ma nemmeno per sogno. Non ci voglio nessuno in bagno. Solo quando ami ci può stare il tuo amore." "Uffa, che palle, con questo amore. Posso mangiare la marmellata di ribes che hai fatto per me?" "Certo, è tua." "Posso mangiarmela tutta?" "Certo, però non lo diciamo a tuo padre se no mi rompe i fondelli." "E posso dormire con te stasera?" "Certo che puoi, ma devi avvertire quel tetragono del tuo papà." "Lo vedi? Perchè dici le parolacce a mio padre?" "Tetragono non è una parolaccia, significa solo uno che rompe le palle." "Ma se dormo qui tu non parli con me perchè te ne stai al computer." "Soltanto dopo che ti sei addormentata." "Tu scrivi sempre. Non scrivi mai di me." "Lo sto facendo adesso, amore." "Senza computer?" "Prima si scrive nella testa, e poi si passa tutto al computer." "Comunque me lo hai promesso, aspetti prima che mi addormenti." "Promesso, amore mio."
sabato, ottobre 06, 2007
NAPOLI CHE MUORE (95):Promesso, amore mio.
Pubblicato da Ueuè alle 5:20 PM
Etichette: cavallo, ginnastica, marmellata, sogno
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8 commenti:
Troppo sincero, troppo autentico questo dialogo tra un adulto e una bambina, questa non è letteratura, questa è vita che ti coinvolge.
Bellissimo.
Incantevole.
Mi spiace per quelli di sopra ma per me questa è buona letteratura.
Ci sei tutta tu in questo dialogo.
M'è sembrato persino di udire la tua voce fantastica.
Devo essere sincero. C'è grande malinconia per non avere mai avuto una donna così e una figlia così.
Beh, io per queste due femmine ci impazzirei.
Anche a me spiace di non avere figli.
E' la trascrizione di un frammento di vita oppure la fervida immaginazione di una Donna che ama scrivere? Qualsiasi sia la risposta sono estasiato dal risultato ottenuto, ho avuto l'impressione di essere presente mentre le parole fluivano da l una a l'altra donna.
Non visitavo da un po' questo splendido agorà partenopeo e me ne dolgo, ma credo sia un tantino cambiato, non so bene, ma approfondirò appena il tempo tornerà sotto il mio controllo.
Buona Notte
Francesco
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