sabato, dicembre 16, 2006


Napoli che muore (14)
Avevo un'amica simpatica che mi narrava di quand'era piccola e di sua madre che la vestiva con pizzi, merletti e scarpine di vernice nera, e le attorcigliava i lunghi capelli biondi in boccoli tenuti fermi da fiocchetti rosa, e la portava a spasso per il Vomero, e tutti si fermavano a guardarla, emettendo gridolini di ammirazione. E lei, che camminava sempre a capo chino, piena di rabbia e di ribellione, quando una mamma in visibilio introduceva le dita nei suoi riccioli e sospirava:"Quanto sei bella, sembri proprio una bambola.", lei puntava lo sguardo fiero, pieno di freccette avvelenate, in quello intenerito della donna, e sillabava la parola "culo".
A quel punto sua madre la strattonava sibilando:
"Non si dice, non si dice."
"Perchè?" chiedeva lei.
"Perchè pare brutto."
E lei, piccola diavolessa, obiettava:
"Pare brutto che t'aggio scassato 'o juoco, eh?"
C'era da aspettarsi molto da un cervellino tanto vivace. E invece il piccolo genio, crescendo, è diventato identico a sua madre.
Giorni fa, parlando di persone non gradite, si lamentava di doverle per forza invitare a cena.
"Perchè per forza?" ho chiesto.
"Perchè se no pare brutto." mi ha detto convinta.
Avevo un'amica simpatica che si è trasformata in una conoscente.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

mi spiace per uèuè ma cene "politiche" ne abbiamo fatte un pò tutti......amici e conoscenti......

Anonimo ha detto...

E' il complesso di Biancaneve"...in chiave antropologica può devastare un intero genere umano.....

Ueuè ha detto...

Caro anonimo,se effettivamente questo "complesso di Biancaneve...in chiave antropologica può devastare un intero genere umano", forse è meglio non parlarne perchè pare brutto...