sabato, marzo 31, 2007

NAPOLI CHE MUORE:(40) Buon giorno Italia mia

M'è arrivata una boccata d'aria pura, di cui sentivo gran necessità, dopo i fatti narrati nell'ultimo post. Beh, uno dei miei due mezzo sangue mi ha bussato alla porta e porgendomi un foglio mi ha chiesto se potevo pubblicarlo sul mio blog. Sento un'immensa gratitudine per questa creatura che ha cambiato Paese, e scuola, e lingua. E continua a pensare e ad amare l'Italia che, attraverso i telegiornali, le invia soltanto brutte notizie. Un amore saggio, il suo, e ostinato, che in alcuni momenti mi stravolge, e mi fa sentire in colpa, perchè io non sono altrettanto saggia e ostinata. Io mi incazzo, mi indigno, rifiuto e mi vergogno, pur sapendo che questo non porta da nessuna parte. Pubblico il suo messaggio così come è stato scritto, con tutti gli errori e in stampatello, perchè se l'avessi corretto avrei violato una cosa che ritengo sacra.

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BUONGIORNO ITALIA MIA
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BUON GIORNO ITALIA CARA. LA TUA NATURA ERA PIU' BELLA DI CUANTO PENSASSI, LE PERSONE ERANO PER BENE, IL BONTON ERA FINE, I VESTITI SPLENDIDI. ORA PURTROPPO LA MODERNITA' A CAMBIATO TUTO!!! LA GUERRA PER I SOLDI E AUMENTATA, LE NOSTE CITTA' COME PALERMO SONO DIVENTATE PIENE DI MAFIA. E DOPO LE PERSONE CATTIVE SONO AUMENTATE, LA POLIZIA STA DIVENTANDO SEMPRE MENO SEVERA. LE PERSONE CON TUTTI QUEI GAS STANO ROVINANDO LA NATURA, LO SAPPIAMO ANCHE NOI BAMBINI CHE LE PERSONE SENZA LA NATURA NON POSSONO VIVERE, E SE LA GENTE MUORE LASCIAMO IL BUON DIO DA SOLO. VI CREDETE CHE SIA BELLO ROVINARE QUELLO CHE QUALQUNO ABBIA COSTRUITO? ALMENO IO CREDO DI NO!!!
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Adesso io e questo pezzetto di cielo speriamo che possiate tornare bambini per un attimo, e aspettiamo i vostri commenti

sabato, marzo 24, 2007

NAPOLI CHE MUORE:(39) Italia loro e la danza del basso ventre

Claudio Rinaldi ha aperto da poco un blog intitolato: Italia loro. Ho letto i suoi post, nonchè alcuni commenti piuttosto offensivi e volgari. 'Gente di spirito, ho pensato, che come me non censura'. Quando ho visitato il post sul comportamento di D'Alema negli Stati Uniti, gli ho inviato il seguente commento:"Il problema è: incapacità diplomatica o politica politicante? Perchè nel secondo caso c'è davvero da preoccuparsi", che mi è stato sì pubblicato, ma, con grande mio stupore, accompagnato dalla scritta: "il tuo commento è in attesa di approvazione".
Stupore dovuto al fatto che, rispetto agli altri, il mio sembrava scritto da un simpatizzante di D'Alema. E perciò ho inviato quest'altro:"Un commento educato come il mio sotto esame d'approvazione? Allora davvero occorre preoccuparsi. Mia nonna starà facendo la danza del ventre nella tomba!" ed è stato subito pubblicato. Senza scritte. 'Questa è gente di spirito', ho pensato di nuovo, forse quella scritta era un papocchio di Wordpress.' Ma subito dopo è apparso il commento di un tale ROENTGEN che scriveva per me:"Danza del basso ventre, a giudicare dal suo discendente..." 'Che gente di spirito, ho pensato per la terza volta, non solo pubblicano gli insulti diretti a loro, ma anche quelli, spiritosi ma un po' gratuiti, dedicati ai commentatori.' Qualche amico giornalista mi ha inviato messaggi indignati perchè il commento del ROENTGEN per me era stato pubblicato senza un recapito, e quindi, chi lo pubblicava se ne assumeva le responsabilità. Senza un sito, un email o un indirizzo ho potuto quindi rispondergli soltanto sul blog di Rinaldi:"Affabile signor Roentgen, col freddo che è ritornato, grazie per avermelo riscaldato, con i suoi raggi, il basso ventre. Se crede posso inviargliene una foto, sempre che, quando scrive i suoi gentili commenti, indichi il suo recapito con un po' più di coraggio. In tal modo, ove mai non fosse in grado di destinarlo ad un uso corretto, può sempre farci un bel gossip. Quanto a D'Alema, non infieriamo troppo, non è peccato mortale mirare in alto, ma occorre una bella scuderia politica di sostegno che in Italia non ha nessuno. Voglio augurarmi che questo blog non sia aperto soltanto agli insulti anonimi e dia la possibilità di replicare alle offese".
Ma il blog di Rinaldi consente le offese anonime e il povero malcapitato è costretto a tenersele e zitto, perchè subentra sempre Wordpress che con qualche scusa censura. A questo punto forse il signor Roentgen, quello vero, si sarà fatto anche lui una bella danza del ventre nella tomba!
Ben detto però:"Italia loro". Infatti questo tipo d'Italia non può essere che loro. Ho provveduto ovviamente a documentare tutto quanto riporto in questo post.

giovedì, marzo 22, 2007

NAPOLI CHE MUORE:(38)Gossip per indigenti.

Ad ogni nuovo governo, quale che sia, l'opposizione grida che gli italiani non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. Che sia vera o no, la frase è diventata un'icona. Comunque ci fu effettivamente un tempo in cui gli italiani che non ce la facevano, non avendo di meglio da fare, e non essendo stato ancora sufficientemente promosso il condom, andavano a dormire presto e mettevano in cantiere numerosi figli. Ed era un nutrimento emozionale oneroso che peggiorava la situazione. Dopo l'avvento della televisione il flusso riproduttivo s'è calmato e il vuoto è stato colmato dalle trasmissioni. Ma si è trattato di nutrimento soporifero. Oggi il nutrimento trend di quelli che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese è il gossip. Ed è un nutrimento velenoso. Perchè la richiesta, esattamente come accade per la droga, crea un mercato, e il mercato è spesso nero e comporta ricatti, e i ricatti producono paura. E la paura è certo un'emozione, specialmente se a provarla sono gli altri, ma contiene veleno per tutti. C'è una catena alimentare piramidale anche nei gossip. In cima a tutto ci sono due o tre persone che resteranno sempre anonime perchè non agiscono mai direttamente. Persone che comandano senza scoprirsi e sono piene di denaro. Sotto di loro c'è un gruppo di gente, esecutrice di ordini, che si occupa di fare intercettazioni telefoniche, pedinamenti e fotografie compromettenti, ad altra gente più o meno conosciuta, per poterla ricattare o cedere tutto il materiale raccolto ai giornali in cambio di un bel po' di quattrini. I denari vanno a loro, i ricatti servono a quelli del piano di sopra. I giornali poi diffondono tale materiale per vendere, ma ci girano intorno per non compromettersi troppo, dando luogo a problemi di lana caprina, quale, tanto per fare un esempio, se una mano poggiata sul sedere di una ragazza, chiunque essa sia, possa essere o no motivo di scandalo. L'apparato politico poi, che pure esegue gli ordini di quei due o tre che stanno in cima a tutto, subentra solo se le magagne potrebbero mettere in discussione la credibilità di uno dei suoi rappresentanti, tutto il resto lo lascia in pasto ai consumatori.
E' accaduto così che un intraprendente giovanotto abbia ricattato una serie di persone. Che i giornali abbiano pubblicato notizie documentate da fotografie. Che il garante della privacy abbia cercato di proteggere la vittima di turno, dopo aver a lungo taciuto sul linciaggio dell'immagine di numerose altre persone. Che i consumatori di gossip si siano saziati ben bene con tutta una fila di scandali, commentandoli a seconda delle proprie simpatie politiche, di volta in volta parteggiando per qualcuno o condannandolo. Chiedo scusa se ho fatto un po' di dietrologia, ma i personaggi di questa farsa che la mia sfrenata immaginazione ha inventato sono: Fabrizio Corona, manager creatore, ricattatore e venditore di gossip con la sua squadra. Varie attrici, veline, calciatori, figli di ricchi industriali, e Silvio Sircana, portavoce dell'attuale Governo, fotografato mentre avvicina una prostituta che, secondo alcuni giornali è un trans, secondo altri potrebbe essere anche soltanto (!) una donna. Francesco Pizzetti, il garante della privacy, che è intervenuto per proteggere solo Sircana (nonchè, a suo tempo, i deputati facenti uso di droghe testati dalle jene). Tutte le testate principali dei giornali.
E lo stuolo dei consumatori, attualmente schierati, trattandosi dell'ultimo caduto nella rete e per di più uomo politico, pro o contro Sircana e pro o contro la prostituta che è oggetto di affannoso inserimento, da parte di alcuni giornalisti, nella categoria donne, che comunque sarà costretta a gestire il suo momento di celebrità, e che indiscutibilmente dovrebbe avere, insieme a tutti gli altri, gli stessi diritti e protezioni del portavoce del Governo. Stuolo di consumatori di gossip, di cui molti facenti parte di quelli che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. E se volete sapere contro chi mi schiero, ve lo dico subito: mi schiero contro i consumatori che, con le loro richieste di nutrimento emozionale per sfuggire l'indigenza, nutrono a loro volta questa vergognosa catena alimentare piramidale. Senza tale richiesta, tutti gli altri personaggi di questa farsa sarebbero costretti ad occuparsi di cose un tantino più serie. Tranne i tre incogniti , che stanno in cima a tutto, ovviamente, perchè troverebbero subito altro tipo di alimento per quelli per cui non c'è proprio nulla da fare, con tutti i problemi che hanno, dato che sono fessi, e chi nasce tondo non può morire quadro.

domenica, marzo 18, 2007

NAPOLI CHE MUORE (37):Toccata e fuga da una sacra amicizia

Due giorni a Napoli. E' venuto Massimo a prendermi a Fiumicino. "E' davvero imbarazzante darle questo fastidio, ma suo zio ha insistito, ha detto che se non accettavo si offendeva." cerco di giustificarmi. "Ma voi volete scherzare? L'amicizia è sacra." Ho trovato un low cost e ho viaggiato bene, scivolo nel relax e addirittura chiudo gli occhi e mi addormento mentre Massimo corre sull'autostrada. Quando li riapro siamo già a via Foria, bloccati nel traffico, e non si procede d'un centimetro. Mi guardo intorno. I ragazzini fanno slalom coi motorini tra le macchine con i finestrini chiusi. Oltre i vetri facce impaurite, consapevoli d'essere prigioniere nei loro abitacoli, alla mercè degli scippatori. Giunti a casa, Massimo scarica la mia borsa e annuncia:"Da casello a casello un'ora e quaranta. Dall'uscita dell'autostrada a qui due ore." Penso che l'annuncio contenga anche un messaggio economico. "Quanto le devo?""Non vi preoccupate. Dovete dirmi solo quando ripartite."Dopodomani." "Allora ci vediamo dopodomani. A che ora?" "A mezzogiorno le va bene?" "Okkkkkey!" Se ne va con le sue ciocche di capelli gelificate, l'anellino all'orecchio, il collo corto affogato in un pullover dolcevita. Nella segreteria ci sono diciotto messaggi inutili. Il frigo brilla di desolata e vuota pulizia. Il televisore sembra un animale imbalsamato. Dalle cornici sparse per casa, le foto di quelli che amo sembrano immagini ancestrali di antenati sconosciuti. Tebby, attualissimo, fa una lunga pipì nel suo angolo preferito del giardino. Telefono a Carla e a Pietro per salutarli, per rimproverarli perchè non intervengono quasi mai sul mio blog, e per chiedere aiuto, perchè mi è appena giunta una richiesta di fotocopie di documenti ed io non ho fotocopiatrice nè fax, e ho invece i minuti contati. Pietro capisce e mi invita a spedirgli tutto per corriere e poi provvederà lui. Che Iddio lo
benedica. Dopo un lungo digiuno per mancanza di tempo e di cibo, sono a cena da Svetlana. Per anni sono stata la sua culla, ma adesso i ruoli si sono invertiti. Ha mandato a prendermi suo marito che adesso fa l'anfitrione e stappa una bottiglia che gli hanno regalato di un vino frizzantino delizioso fatto in casa. Mi sento più a casa mia qui che a casa mia. Arrivano le pizze, cotte nel forno a legna e fragranti, ho letto da qualche parte che per alimentare il fuoco alcune pizzerie usano le casse di quando scavano i morti per sistemarli nei loculi, ma francamente me ne fotto perchè la pizza è gustosissima. "Dove le ordinate?" "In una pizzeria qui vicino che sta in una traversa di una traversa del Cavone." "E com'è questa pizzeria?""E' piccola, con pochi tavoli, ma è carina." Salvatore sorride tomo tomo:"Ma se vuoi andarci devi munirti di quattro bombe a mano, un bazooka e un mitra." Si fa tardi. E' bello stare insieme. Ci vogliamo bene. Mi chiedono del blog. Hanno il computer con tutto il tavolino perchè gliel'ha regalato qualcuno che ha cambiato il suo, ma non hanno i soldi per pagare il canone per Internet. "Ho avuto la cittadinanza italiana." annuncia Svetlana "e gli attestati dei corsi che ho fatto alla Regione." Sorride:"Adesso dovrò decidere a chi mi devo vendere per una sistemazione di lavoro." Ormai, di Napoli, Svetlana ha imparato tutti i codici. Domani tutti i miei soldi si trasformeranno in bollette, ricevute e pagamenti vari non voluttuari. Il portiere mi porterà la posta e resterà fermo sull'uscio in attesa della regalia. A Massimo intendo coprire almeno le spese di viaggio. Le conteggio con larghezza, inserendoci un regalo per l'incomodo. Mi resterà poco per vivere nel paradiso extracomunitario. Ma so vivere bene con poco. Ciò di cui non posso fare a meno, ciò che mi è indispensabile, non si compra coi soldi. Arriva Massimo sempre impomatato, olezzante di uno di quegli orribili profumi alla moda, sempre con l'orecchino, sempre col collo affogato in un pullover sbagliato. A Fiumicino gli chiedo quanto gli devo. "Lasciate stare." Insisto. "Allora pagatemi solo le spese." Ne ho già calcolato l'importo largheggiando, ma educatamente chiedo:"Quanto vengono?" E lui imperterrito mi chiede giusto il doppio. So di avere uno sguardo costernato, ma Massimo rincara:"Che volete, non potrei mai approfittare. L'amicizia è sacra." Gli consegno la somma richiesta cui, per orgoglio spagnolesco, ho aggiunto un ulteriore regalo che ho sottratto alla mia sopravvivenza. Col taxi avrei risparmiato. Lui depone a terra la mia borsa, mi strofina gel ed olezzi sotto al naso per un bacio amicale e s'avvia verso l'auto con lo squillo del suo "Okkkkkey!" di saluto. Chissà perchè mi vergogno, mi sento fuori posto, affogo in uno stato di totale emarginazione e disadattamento. Poi l'aereo decolla verso i miei due mezzo sangue cui ho potuto comprare, dal tabaccaio dell'aeroporto, soltanto due lecca lecca che s'accendono. Da tre euro.

lunedì, marzo 12, 2007

NAPOLICHEMUORE(36):Bomba-bonbon

Non è vero che paese che vai usanze che trovi. E' vero invece che tutto il mondo è paese. Quando si riuniscono, gli uomini parlano con gli uomini e le donne con le donne. Un po' come da noi al Sud. Ed è proprio una barba. "E a letto come va?" ho chiesto a una ragazza che parla l'italiano. Ha sbuffato:"Il letto serve ai malati e per dormire." "Stai esagerando." "No, no, è una situazione generale, tutte le mie amiche si lamentano. Ti racconto una storia. A San Valentino ho comprato una rosa per mio marito, ho sistemato i bambini dai nonni, ho preparato una bella cenetta all'italiana come piace a lui, ho indossato qualcosa di carino e l'ho aspettato." "E allora?""Allora è rientrato più tardi del solito e in compagnia d'un amico." "Aveva dimenticato San Valentino.""Non lo so. So che ho dovuto aggiungere un posto a tavola e sciropparmi le chiacchere di quell'intruso che ha parlato per tutto il tempo del legno. Essenze, quanto costano, dove si trovano, loro applicazioni, luoghi in cui costano di meno. Alle quattro del mattino mi ha confessato che soffriva di depressione. Allora ho preso la rosa col fiocco, l'ho sbattuta sul tavolo e ho detto:Anch'io. Buon San Valentino. Vado a dormire perchè stamattina alle otto devo andare a prendere i bambini per accompagnarli a scuola." A quel punto lui s'è messo a piangere lacrime condite col vino di Gragnano che mi hai portato da Napoli e mormorava che non aveva mai ricevuto un pensiero così bello da una donna." "E tuo marito?" "Lui ci guardava strampalato e il giorno dopo mi ha accusata di avere fatto le proposte al suo amico che andrà a raccontarlo in giro." "Esagerato." "No, no, qui è Paperopoli, c'è un passaparola tremendo. E' come in provincia. Mica siamo a Napoli." Forse per questo l'otto di marzo mi ha invitata ad un pranzo di donne che mi hanno raccontato storie simili. Una lamentela generale, resa ancor più noiosa dal fatto che la traduzione ne rallentava i tempi. Ad un certo punto ho sentito che tutta quell'insoddisfazione mi stava avviluppando in una morsa di tristezza. Ed ho reagito. Ma voi lo dite bello- bello? Come si dice bello -bello nella vostra lingua?" "Lipo -lipo." "Beh, quando i vostri uomini si spogliano dovete guardargli le parti intime e dire: lipo-lipo. I maschi depressi sono molto narcisisti." E' scoppiata finalmente una fragorosa risata e s'è schiarito il cielo. Ed io credevo che finisse tutto lì. Ma le sciagurate hanno fatto passaparola, e mi stanno arrivando molti messaggi telefonici di cui capisco solo il finale che dice: lipo-lipo, bomba bon-bon. E quando cammino per le strade uomini e donne mi salutano con un bel lipo-lipo divertito. Ed io affogo nell'oceano della mia stupidità.

domenica, marzo 04, 2007

NAPOLI CHE MUORE (35):Paradiso extracomunitario

I cipressetti sono ancora vivi. E questo è già un buon risultato. Tra il verde dei rametti comincia a farsi vivo anche un lieve azzurro fosforescente molto trend. Sono carichi di promesse questi alberelli piccoli piccoli, e ce n'è uno ancora più piccolo, sui trenta centimetri come il cane faceto, che mi è stato regalato e fa il bravo sul davanzale accanto ai ciclamini. Un brigatista verde è andato a recuperare quello che era stato decapitato e poi sradicato e gettato in un piazzale, lo ha sistemato in un vaso con del buon terriccio e lo ha messo a riparo nel suo giardino. Crescerà lì indisturbato. E' stata un'encomiabile azione di guerriglia urbana. Ed è vero che gli anziani qui sono tanti. La popolazione è longeva. Ne vedo parecchi, la mattina, curvi sui loro carrelli, che vanno a fare la spesa. Qui le pensioni sono minime, inferiori anche a quelle sociali che abbiamo in Italia. Quella di un chirurgo che ha lavorato in ospedale non raggiunge i cinquecento euro. Ma non esistono i senzatetto, il Comune provvede di abitazione chi non può permetterselo, e dovunque c'è molto verde. E molta dignità. Mi sveglio presto e apro tutte le finestre per un buon bagno d'aria frizzantina, poi, quando accompagno Tebby a fare pipì, incontro una famiglia di pavoni. Un padre, una madre, qualche zio e i piccoli. Procedono seri seri sul marciapiede in fila indiana. E nessuno si meraviglia. Nemmeno Tebby che pure dovrebbe avere l'istinto del cacciatore, questi bassotti minimi vengono allevati per stanare i conigli selvatici, e non ho ancora capito se lui è un cane pacifista o ha un tale complesso di superiorità da snobbare persino i gatti. Ha comunque sedotto un mio dirimpettaio che viene a prenderlo ogni pomeriggio per fargli fare un giro nel parco. Riesco a comunicare con costui col mio pessimo inglese che ho studiato soltanto tre mesi e che riesco a capire soltanto quando lo parlano gli stranieri. Forse perchè lo parlano male come me. "This is my friend. This is my dog. I love him." sussurra con tenerezza mentre gli mette il guinzaglio. Qualche volta mi da un castissimo bacio sulla testa -è molto più alto di me, in segno d'affetto. "My grand mother was italien, you have her voice." E vabbè, è già qualcosa ricordare una nonna ad un omone grande e grosso in tutto questo silenzio. Siamo in pieno centro, ma sembra di stare in un eremo di camaldolesi. Nemmeno gli uccellini cantano, chissà perchè. Solo i pavoni, quando rientrano nel loro giardino, a volte lanciano grida da palude. Ma poi arrivano i bambini. Depositano i loro zainetti sul muretto e vengono a prendersi Tebby che li adora e si fa fare tutto pur di stare con loro. Pare proprio che questo trentacentimetri si senta più bambino che cane, Alessandro il veterinario mi ha spiegato che ha un complesso materno, certo è che lui gli altri cani, quando si avvicinano, non se li fila, ma coi bambini fa il matto perchè vuole partecipare ai loro giochi. I miei due mezzosangue che parlano bene l'italiano hanno fondato con i loro amici un'associazione, A.A.A., Assistenza Amici Anziani. Si finanziano vendendo ai passanti braccialetti, collanine e portachiavi che creano con perline, bottoni e spago recuperati a casa. Da quando gli ho detto che le pietre col buco trovate a mare portano fortuna vendono anche quelle, munite di bigliettino con tanto di spiegazione. Sognano di comprare un pulmanino "per portare a spasso i vecchietti che poverini stanno sempre a casa".
Bussano alle porte e chiedono se hanno bisogno di qualcuno per fare la spesa. Volevano distribuire anche le medicine di casa, ed ho dovuto gridare no, no per carità, che qui passiamo un guaio. Ormai sono tutti brigatisti verdi e fanno la guardia ai piccoli cipressi. Non so quanto durerà questo paradiso. A volte, attraverso la televisioone, sento la pressione dei vizi che arriveranno col benessere, dei rumorosi vizi pacchiani che l'Europa ha fagocitato dagli Stati Uniti, disdegnando le cose buone che, pure, quel Paese aveva da offrirci. Il bene, si sa, è una palla, annoia, non emoziona, non fa notizia.
Mi chiedo se questi ragazzi che già camminano col telefonino acceso e parlano fitto fitto finiranno col somigliare a certi giovani nostrani che odiano i vecchi perchè , stando ancora al mondo, rubano il loro diritto alla pensione.