mercoledì, gennaio 31, 2007

NAPOLI CHE MUORE (29): Cazzi al neon.

Sarà che il ventinove nella smorfia napoletana è un attributo prettamente maschile, sarà perchè ho letto la lettera che la signora Berlusconi ha scritto al direttore di "Repubblica", fatto è che mi sono venuti in mente alcuni personaggi napoletani, familiari e non, molto puttanieri.
I puttanieri nascono vecchi, e fin da bambini hanno paura della morte. Quel loro correre narcisisticamente dietro le gonnelle non è altro che un esorcismo contro questa paura.
Ho avuto un nonno e un bisnonno che sono stati grandi puttanieri. Il primo non risparmiava nemmeno le domestiche, e ciò provocava continui cambiamenti di colf. Quando mia nonna telefonava all'agenzia per assumerne una nuova, si raccomandava:"Guardi che deve essere brutta, il più brutta possibile." Povera nonna mia quant'era ingenua. E poi, nel momento in cui veniva servito il pranzo, i miei zii si ribellavano:"Mammà, questa volta hai davvero esagerato.", mentre un essere mostruoso versava loro la minestra nel piatto.
Ma mio nonno davvero non risparmiava nessuno, era un bell'uomo e ci sapeva fare, e le donne gli cadevano tra le braccia. Un mese prima che morisse, a ottantasette anni, sua moglie, la sua seconda moglie che lui aveva sposato dopo essere rimasto vedovo, e che aveva trent'anni meno di lui, ha scoperto che si portava a letto la sua migliore amica.
Quanto al mio bisnonno, lui s'è sparato un colpo per dissesti finanziari dopo aver prosciugato tutte le sue sostanze con le donne. Non ha saputo reggere al disastro economico. Era un uomo d'onore puttaniere.

Durante una festa in una villa di Posillipo, mentre guardavo con perplessità dei tubi fluorescenti al neon a forma di cazzo piazzati sulle porte, si è avvicinata la padrona di casa, una donna molto bella e curata, che mi ha detto:"Ha visto? Devo convivere con questo cattivo gusto. Ho combattuto tanto contro queste pacchianate di mio marito, ma lui non vuole ragionare, dice che a Pompei si viveva così. Però è solo una scusa, perchè lui è un gran puttaniere ed è fissato con il sesso."
"E lei sopporta?" chiesi.
"Io sopporto perchè lo amo. Le mie amiche femministe dicono che lo faccio per i soldi, ma questa è soltanto una stupida polemica. Sono più ricca di mio marito. Lo sopporto perchè lo amo, anche se so di non avere più dignità."
Indossava uno splendido abito che le cadeva addosso perfetto, e più che la padrona di casa sembrava un'ospite fuori posto tra quella gente che ci spingeva ridendo ed urlando, rincorrendosi da una stanza all'altra, lungo i corridoi illuminati da quei cazzi al neon.

Ho un'amica giornalista innamorata del suo direttore che un giorno mi ha confidato:"Ho passato dieci anni a chiedergli a cosa stesse pensando, e lui a rispondermi che non pensava a niente. Dieci anni ad arrovellarmi il cervello e a consumarmi di gelosia. Ci ho messo dieci anni per arrivare a capire che davvero non pensava a niente. I puttanieri non pensano, sono cazzi che si accendono come lampadine quando vedono carne fresca."

I puttanieri nascono vecchi, e fin da bambini hanno paura della morte. Forse le donne che li amano, sino a rinunciare alla propria dignità, lo sanno. Sanno che ci sarà sempre una più giovane che farà accendere una lampadina a forma di cazzo, sanno che quella luce è destinata a spegnersi. Le donne che amano sopportano perchè la loro luce non si spegne.

martedì, gennaio 23, 2007

Napoli che muore (28):Tebby, cane oriundo .

Tebby è un bassotto magiaro, è arrivato infatti dall'Ungheria munito di passaporto europeo, ed era uno di quei cuccioli che gli allevatori allontanano dalla madre senza rispettare i tempi regolamentari d'allattamento per non sfruttare le fattrici. Tebby è quindi arrivato a Napoli defedato e privo di un sistema immunitario, sotto choc per il viaggio aereo, inadatto, coi suoi quindici centimetri di lunghezza, ad affrontare il genere umano e pronto a buscarsi ogni tipo di malattia. Alessandro il veterinario ci ha sottoposto entrambi ad una disciplina rigorosissima, per tre mesi abbiamo vissuto in una specie di camera di rianimazione, sterile e casalinga, allestita apposta per lui. Per fortuna Alessandro non è un veterinario venale. In compenso però è scrupoloso fino alla pignoleria, e mentre io controllavo Tebby, lui controllava me.
Insomma alla fine Tebby ce l'ha fatta, e Tebby sta per Tebaldo che è un nome troppo pretenzioso per un cane che ha un anno ed è lungo trenta centimetri.
Ora, questo trentacentimetri, è salito un giorno con me, sistemato nel suo regolare trasportino, su un pulmann che trasporta viaggiatori da Napoli ad Ancona. All'agenzia mi avevano detto che il biglietto per Tebby dovevo farlo direttamente sull'autobus. Ma una volta saliti è cominciata una storia che non finiva più perchè l'autista voleva mettere il trentacentimetri nel bagagliaio, e io replicavo che il mio cane lì sotto al buio in mezzo alle valigie sarebbe morto di paura o per soffocamento. Ma lui insisteva a dire che se fosse salito un neonato allergico al pelo dei cani lui non si poteva prendere la responsabilità. Io ho chiesto ai viaggiatori, tutti adulti, se c'era una persona affetta da allergia, e al diniego generale ho detto:"Ha visto?" Ma quello non vedeva niente, ed ha cambiato argomento:"Se faccio il biglietto poi il cane ha diritto ad un posto e i posti sono già tutti occupati." "Gli faccia il biglietto e mi tengo il trasportino sulle gambe." Qualche viaggiatore s'è lamentato che eravamo in ritardo e l'autista ha detto:"Io il biglietto non glielo faccio così se ad una fermata scende qualcuno e sale un neonato allergico lei deve scendere, perchè un cane senza biglietto è un viaggiatore abusivo." Si è formata una vera opinione pubblica, chi dava ragione a lui e chi a me. Lui s'è messo al posto di guida mormorando che i napoletani sono tutti camorristi. Alla sosta nel piazzale d'un autogrill per dieci minuti di ristoro l'ho avvicinato con Tebby che mi trotterellava accanto per sgranchirsi le zampe:"Se la farebbe una foto col mio trentacentimetri al guinzaglio?"gli ho chiesto. Non so se per spavalderia o per vanità mi ha detto: "Perchè no?" Ed io gliel'ho scattata.
"Voglio metterla sul mio blog e raccontare l'accaduto."
"Ma che è un blog?"
"Un affare camorrista su Internet."
"Faccia, faccia pure."
"Poi voglio mandarla a tutte le associazioni animaliste e a Pecoraro Scanio."
"C'è un regolamento da rispettare."
"Ma all'agenzia m'hanno detto che i cani piccoli con trasportino hanno diritto al biglietto e quindi possono viaggiare sull'autobus e non nel bagagliaio come una valigia. Le valigie non pagano. Questo regolamento è un decreto ministeriale o della ditta?"
"No, questo regolamento lo faccio io per non avere guai. Lei non sa quanti neonati allergici al pelo dei cani esistono. Sono migliaia. Lei se la sente di prendersi questa respoinsabilità?"
"Ma non c'è nessun neonato sull'autobus."
"Però potrebbe salire."
E all'improvviso, il mio trentacentimetri, per la prima volta da quando è venuto al mondo, ha ringhiato in un modo davvero sproporzionato alla sua taglia.
"Lo vede? E' anche un cane mordace. E' un animale pericoloso."
"Senta, le dirò la verità, però deve promettermi di non dirlo a nessuno. Questo non è un cane mordace, è peggio, è un cane faceto perchè è oriundo."
"Lei mi sta chiedendo l'omertà."
"Beh, sì, se quelli sull'autobus scoprono che viaggio con un cane faceto succede il finimondo."
"L'avevo detto io che i napoletani sono tutti camorristi. Adesso vanno in giro anche con i cani faceti."
"Allora, mi aiuta?"
"Va bene. Ma solo fino a quando non sale un neonato allergico al pelo dei cani."
"D'accordo."
"Però 'sti cani faceti sono un pericolo pubblico e fareste meglio a tenerveli a casa."
Invece, per fortuna, quel giorno sono rimasti a casa tutti i neonati allergici al pelo del mio trentacentimetri.
La foto però non è riuscita perchè ho dimenticato di aprire l'otturatore.

sabato, gennaio 20, 2007

NAPOLI CHE MUORE (27):Segnali dal futuro

Conversazione telefonica con una bambina che è il mio futuro:
"Pronto, come stai?"
Non dico mai bugie ai bambini.
"Beh, insomma, diciamo bene. E tu?"
"Io sto malissimo."
"Perchè, che hai?"
"Ma tu lo sai quello che sta accadendo nel mondo?"
Un bambino che fa una domanda del genere ti spiazza perchè non sai a cosa si riferisce, e non vuoi deluderlo mostrandoti impreparato.
"Sì, più o meno, stanno accadendo tante cose..."
"Sta accadendo che si stanno sciogliendo i poli e dove faceva freddo comincia a fare caldo, e ci sono disastri, inondazioni, uragani, e l'umanità è in pericolo..."
"E chi te le ha dette queste cose?"
"Ma che importanza ha chi me le ha dette? Io voglio solo sapere se lo sai."
"Sì, sì, qualcosa so."
"E che possiamo fare?"
C'è una sottile angoscia nella sua voce infantile che si è fatta stridula.
E io non voglio aumentarla quell'angoscia.
Però non voglio dirle bugie. Me ne hanno propinate tante, quando avevo la sua età, e le ho pagate tutte, una per una sulla mia pelle. Che posso dire per rassicurarla?
"Possiamo stare ancora più vicini e volerci ancora più bene."
"E quelli che sono soli?"
Quelli che sono soli. Q-u-e-l-l-i c-h-e s-o-n-o s-o-l-i.
"Dobbiamo cercare di stare più vicini anche a loro."
"Ma tu credi che così ci salviamo?"
Sono sempre più in imbarazzo. Comincio a sudare. Ma non voglio dirle bugie.
"Sono in molti a crederlo."
"E tu ci credi?"
Ho la testa in fiamme, ma io amo questa bambina proprio perchè è così, perchè non mi lascia scampo.
"Diciamo di sì."
"Diciamo?"
Non ho scelta e devo prendere coraggio.
"Ebbene, sì, diciamolo."
Approfitto di qualche attimo di silenzio per sedare il terremoto che ha subito il mio cervello.
"Ci vediamo domani. Ti porto le maschere di carnevale."
"E che me ne faccio?"
"Te le ha chieste la maestra."
"Se la maestra pensa ancora a queste stronzate vuol dire che non ha capito niente." Adesso comincia a girarmi tutto intorno.
"Senti, amore, scusami, ma non mi sento tanto bene, ho bisogno di prendere un po' d'aria. Ti richiamo tra cinque minuti, okay?"
"Okay."
Il futuro sta inviando segnali. E ci sottopone ad esami difficili.
Molto difficili.

mercoledì, gennaio 17, 2007

Napoli che muore (26): Con-domini

Questi dibattiti televisivi sulla morte assistita, eutanasia, interruzione dell'accanimento terapeutico, con medici, politici, sociologi e psicologi, sembrano squallide riunioni di condominio in cui la nostra pelle è l'oggetto del giorno, nel corso delle quali ci si sente carne da macello, carne andata a male, come quella dei polli e dei bovini che vengono abbattuti a causa dei virus. Non si fanno dibattiti su quelli che hanno voglia di vivere. Vivere è solo un imperativo che tralascia il come. Il come è un tacito "arrangiatevi".
Dopo la scoperta di quanto avviene in certi luoghi di cura, furto d'organi, totale mancanza di igiene, infezioni e sprechi, siamo assaliti dalla paura, e da qui alla voglia di morire il passo è breve. Vogliono regalarci il diritto di scegliere di morire, ed è un regalo forzato. E' come se ci portassero su un campo minato e ci dicessero che siamo liberi di andare. Come non pensare che in questo regalo c'è uno sgravio di spese sanitarie per lo Stato e di impegno per le famiglie egoiste?
Sento puzza di nazismo mascherato di buonismo. Come per certe moquettes d'hotel il cui fetore viene coperto con i deodoranti dando luogo ad una puzza più sottile e penetrante.
Pare che Lenin abbia detto che la libertà è un bene prezioso, tanto prezioso che bisogna razionarlo...

martedì, gennaio 16, 2007

Napolichemuore (25): Proibito

Anche se non ve ne siete accorti esistono alcune proibizioni che vengono effettuate con vari tipi di PRESSIONI:
-E' proibito dichiarare che credete in Dio, perchè o venite immediatamente preso in giro, o venite tacciato di fare politica vaticana (no al preservativo, no ai pacs, no ai diritti omosessuali, ecc.), anche se per voi Dio è al di sopra di ogni bega umana.
-E' proibito dichiarare che il vostro ideale è una vita tranquilla, anche modesta, perchè dovete per forza essere progressista se no si ferma il mondo, e quindi reggerlo, il mondo, consumando a tutto spiano per non incorrere in reati contro l'economia. Dovete quindi consumare, ma senza trascurare di scagliarvi contro il consumismo.
-E' proibito dichiarare che credete nel valore della famiglia, perchè oggi esistono tanti tipi di famiglie alternative, e quello in cui dichiarate di credere è del tutto superato, per cui, se non vi adeguate, non potete essere che un fondamentalista.
-E' proibito dichiararsi contro le superstizioni perchè non è vero ma ci credo, per cui dovete ricorrere all'aiuto dei maghi e contemporaneamente scagliarvi contro questi imbroglioni.
-E' proibito chiedersi perchè tanta gente si droga perchè il problema riguarda esclusivamente i trafficanti e gli spacciatori.
-E' proibito chiedere cosa sia la diversità, perchè la diversità non esiste e la vostra domanda è del tutto incongruente visto che siamo tutti perfettamente uguali come cloni.
-E' proibito non usare le banche e non cambiare l'auto, se l'avete, e se non l'avete è un obbrobrio, perchè non potete assolutamente impedire che gli accordi col governo e tutti i soldi spesi nella pubblicità del settore non diano i loro sacrosanti rientri.
-E fra non molto sarà proibito mostrarsi vecchi, perchè un vecchio come fa ad essere progressista? Un vecchio costa troppo alla società, al sistema sanitario, ruba la pensione sottraendola a chi è giovane. Per cui o vi truccate, vi ritoccate e trottate, o aderite al movimento per l'eutanasia. Ricordandovi però di osannare la scienza che allunga sempre di più la durata della vita umana, e di inviare un mazzo di fiori all'ultracentenario di turno che ce l'ha fatta solo per merito dei familiari che lo amano.
-Ed è assolutamente proibito amare, se non siete convinti che amare sia trarre piacere e piacere agli altri in termini assolutamente estetici. Non vi azzardate a dichiararvi frigidi o casti perchè perdereste il diritto di stare al mondo.

domenica, gennaio 14, 2007

Napoli che muore (24): Dove andremo a finire?

E' molto semplice, per chi non ha letto Panorama: siamo finiti nell'Italian Glamour list, settore Avventure nel mondo. Siamo dunque entrati in quegli itinerari di viaggio che un tempo prevedevano solo delle grandi scomodità, ed oggi, a causa delle esigenze emozionali di alcuni individui annoiati e infrolliti, promettono esperienze di guerre civili, rapimenti, massacri, torture, malattie sconosciute, aggressioni di animali feroci, cibi schifosi, sodomizzazioni, tsunami, eruzioni vulcaniche e altre raffinatezze del genere. Ci siamo entrati, noi napoletani, per il rotto della cuffia, perchè il massimo che possa capitare qui ad un turista in cerca di esperienze a rischio è di essere scippato o rapinato, evento che non regge certo il confronto con ciò che promettono altri Paesi meglio organizzati nel settore. Tanto più che, nel corredo di viaggio di chi visita la nostra città, sono previsti Rolex fasulli da pochi euro a scanso di equivoci, moto da motocross truccate in motorini per affrontare ben equipaggiati le buche stradali, caschi con maschere antigas incorporate per proteggersi dai miasmi della monnezza, tute a tenuta stagna per chi proprio non vuole rinunciare a tuffarsi nel mare inquinato, una serie di biglietti di banca falsi di piccolo taglio per affrontare i parcheggiatori, e l'iscrizione ad un servizio di emergenza collegato ad un elicottero, il tutto fornito dal Comune a prezzo modico.
A questo punto rivolgiamo un pensiero di solidarietà a tutti quei cinesi che avremo "attratto" nei nostri porti, secondo le direttive dell'attuale governo, ai quali non resterà che sbronzarsi, per non pensare, con i liquori beneventani che avremo intanto promosso ed esportato nel loro Paese.

venerdì, gennaio 12, 2007

Napoli che muore (23) I bambini.

I napoletani, in generale, hanno nutrito sempre un sacro rispetto per i bambini che hanno sempre chiamato, in esclusiva, "'e criature", come se, divenendo adulti, anzichè evolversi, essi finiscano col perdere la propria creaturalità, regredendo ad uno stadio più animale. Il che, a volte, non è poi così tanto sbagliato. Ma è certo
che alcuni fatti, come quello accaduto di recente ad Erba, lasciano atterriti e sgomenti.
E non è solo indignazione, è anche paura. Perchè di fronte a tanta efferatezza non sorretta da una spiegazione razionale che costituisca un movente atto, non certo a giustificare l'ingiustificabile, ma quanto meno a spiegare per poter capire come un essere umano possa trasformarsi in un mostro, si resta sopraffatti, come se il male fosse più forte della ragione. Per questo si finisce per chiamare in causa la follia, non una follia da raptus però, ma una follia fredda e non priva di ragionamento nelle modalità con cui si manifesta.
Ho sentito anche spesso dire che oggi sono meglio difesi e cautelati gli animali dei bambini. E se questo è vero, non può che suscitare paura, perchè va ad aggiungersi a tutta un'altra serie di incongruenze per cui un cittadino non si sente sufficientemente protetto.
Purtroppo, sia l'indignazione che la paura, spariscono dalla prima pagina dei giornali perchè la notizia "invecchia", nonchè da quella della nostra anima per mera legge di sopravvivenza, vale a dire per non diventare pazzi a nostra volta.
Fatto sta che abbiamo visto cortei, girotondi, varie pubbliche manifestazioni per contestare i più svariati argomenti tranne quello di una concreta difesa dei bambini in generale. Non basta sovvenzionare coi quattrini, occorre più protezione. I bambini sono il nostro futuro, che razza di democrazia è quella che sovvenziona ma non protegge il proprio futuro? E pare che ormai tutti, napoletani e non, ci siamo rassegnati a vivere alla giornata con una sorta di fatalismo deleterio.
E anche noi facciamo a scarica barile quando diciamo che è colpa delle istituzioni e poi non muoviamo un dito per cambiare le cose. Sbagliano gli psicologi che colpevolizzano i genitori come se tutto il male partisse sempre e solo da lì, e fuori le mura di casa i nostri figli non corressero alcun pericolo.
Ci facciamo distrarre da una serie di stronzate, mitizzandole, e sempre più perdiamo di vista la realtà. Questo non è solo un problema di genitori e di famiglie, questo è un problema di civiltà. E può darsi che questa corsa al benessere, questo cedere alle lusinghe consumistiche sulle quali peraltro è basata la nostra economia, questa paura d'essere chiamati moralisti e pallosi ci stia rincoglionendo tutti.

martedì, gennaio 09, 2007

Napoli che muore (22): La ciliegina

E' nata "DolCina", un'iniziativa, secondo il settimanale L'espresso,del gruppo Udeur per lanciare i liquori beneventani a Pechino. Io ho grande stima per il popolo cinese che sta uscendo dalla fame e dalla povertà senza rivoluzioni di piazza e spargimenti di sangue, ma nutro seri dubbi sulla sua necessità ed esigenza, in questo suo periodo storico di ripresa economica, di degustare i liquori del Sannio.
Ma ogni iniziativa per portare un'Italia che lavora, e non si limita a delinquere, all'estero va rispettata. E andrebbe certamente rispettata se questo progetto non fosse sovvenzionato dalla Regione Campania con 500mila euro di fondi europei, perchè una Regione piena di debiti, con un capoluogo che non può pagare nemmeno i gestori dei semafori, per non parlare della rimozione dei rifiuti urbani e degli inceneritori, (ma lì è tutta colpa soltanto della camorra, eh sì, eh già, embè) non può permettersi il lusso di impegnare un miliardo delle vecchie lire di cui ha troppo bisogno per tappare i buchi. Ed ha perfettamente ragione il nostro Presidemte della Repubblica quando ci invita a non trascurare la politica, perchè è forte e sensato il timore che alle prossime elezioni o al prossimo referendum gli italiani, ma soprattutto i napoletani, preferiscano organizzarsi un fine settimana di svago, non si sa dove però visto che gran parte delle seconde case sono in vendita a causa del previsto aumento ICI, e le nostre spiagge non sono praticabili a causa dell'inquinamento, dei massi cadenti e di altre frittelle del genere.
Resta anche da vedere di quale politica dovremmo occuparci dopo aver preso visione della distribuzione dei 500mila euro per il progetto "DolCina":
-55mila euro per consulenze (che non mancano mai nei progetti regionali. Forse abbiamo qualche consulente disoccupato,ma non si ha notizia di un disoccupato consulente).
-40mila per indagini di mercato (eh sì, occorre capire a quanto ammonta il numero dei cinesi disposti a sorbire e ad offrire il liquorino post prandium).
-30mila per interpetrariato (eh certo, come li convinciamo della bontà del prodotto senza debito interprete?).
-88mila per partecipazione a fiere (cari cinesi, anche noi avremo le nostre brave bancarelle nel vostro Paese, ma è giusto pagarvi lo spazio che ci metterete a disposizione).
-40mila per organizzare fiere (anche gli organizzatori hanno famiglia).
-90mila per la gestione di stand,(e chi li gestirà, i disoccupati?).-30mila per le spese di viaggio (ullalà).-18mila per la comunicazione su giornali e tv.-20mila per promozione attraverso gli stessi media.(anche loro,poverini,devono campare)-44mila per realizzare non meglio identificati strumenti editoriali (libri illustrati, brochures, gadget?)E non poteva mancare un istituendo sito web che costerà 45mila euro.
DOMANDE:
A quanti di noi si gonfierà il petto d'orgoglio per questa superba dispendiosa iniziativa?
Quanti napoletani afflitti dalle buche stradali,monnezza puzzolente e rischio di scippi si consoleranno al pensiero che adesso i cinesi apprezzeranno ed offriranno ai loro ospiti i nostri liquorini?
Quanti cinesi si daranno subito da fare per copiare liquori e marchi per immetterli al nero sul mercato mondiale?
Siamo proprio sicuri che un giorno i media non usciranno col titolo: "CITTA' MUORE SOFFOCATA ALL'INTERNO D'UNA TORTA PER IL PESO DI UN'INNOCUA CILIEGINA" ?

sabato, gennaio 06, 2007

Napoli che muore (21): La Befana

Mi dispiace per coloro che non hanno ricevuto niente, nonostante i servizi assistenziali si siano dati tanto da fare per sopperire al gran vuoto lasciato dalla famosa vecchiarella. Il fatto è che la Befana si è fatta ricoverare in una clinica per farsi rimettere in ordine da un chirurgo plastico. Durante un'intervista aveva dichiarato che si era stufata d'essere l'icona della vecchiaia e che il suo sogno era sempre stato quello di rassomigliare a Barbie, con un po' più di seno, ha specificato. La ben nota portatrice di doni ha esposto alla stampa il suo programma ,che è quello di invertire i cerimoniali. Essa conta infatti di ricevere, in futuro, regali dai suoi ammiratori, bambini e adulti. Ha esibito una tuta fosforescente per quando dovrà calarsi dai camini senza sporcarsi di fuliggine, ed ha annunciato altresì d'essere già in possesso di numerosi e importanti sponsor, perchè gli affari sono affari. Pare anche che alcuni produttori le abbiano richiesto l'esclusiva per una serie di film da far uscire a chiusura delle festività, e che un colosso cinematografico le abbia offerto cifre da capogiro per l'inserimento di qualche scena porno. Naturalmente l'anno prossimo tutti potremo comprare il suo calendario, quando la televisione annuncerà in esclusiva il suo fidanzamento con un noto calciatore.
Cari genitori, preparatevi quindi alle richieste che riceverete dai vostri figli che faranno a gara per chi farà trovare il regalo più bello e più costoso a questa nuova Befana.

giovedì, gennaio 04, 2007

Napoli che muore (20): I regali

Una volta, l'allora ministro Martino, disse, con grande humor, che a Milano i semafori sono la regola, a Roma un suggerimento, e a Napoli addobbi natalizi. Ma non è per un'improvvisa e mai tardiva decisione anticonsumistica del Comune, improntata ad una necessaria auto-austerity, nè per donare un po' di piena libertà ai napoletani che trattano i semafori come addobbi natalizi,
se per qualche giorno il Comune li ha spenti. In realtà si è trattato di vero distacco, come quando non paghiamo la bolletta della luce, perchè il Comune non
aveva i soldi per pagare la ditta che gestisce i semafori.
Ora, se mettete nel conto la vita di una giovane donna che percorreva in motorino via Caracciolo, stroncata da un lampione, la cui base di ferro era marcita per mancanza di controlli e di relativa manutenzione, che le è piombato addosso uccidendola.
Se aggiungete tutti i motociclisti invitati ad andarsene all'altro mondo dai buchi della pavimentazione stradale della Riviera di Chiaia.
E non tralasciate il caos che si sta verificando nei prontosoccorsi a causa del pagamento del ticket, che è a discrezione del medico che vi visita, il quale deve stabilire l'entità della sintomatologia che vi ha condotti lì, caricandosi di una ulteriore responsabilità.
E se inoltre considerate che è previsto l'aumento delle tasse per la rimozione dei rifiuti urbani, quando già eravamo nella rosa dei cittadini che pagavano il tributo più alto per questo servizio, ma che, a differenza degli altri comuni, tale servizio è del tutto inefficiente in quanto abbiamo dovuto imparare a convivere con la monnezza.
Se assommate tutti questi "regali" non graditi, a quali conclusioni giungerete?
A nessuna.
Noi non concludiamo, siamo inconcludenti... E sopportiamo.
Ennio Flaiano diceva che l'Italia è un paese di santi, di navigatori e di...cognati.
Bene. I navigatori sono stati prodotti da Genova, Amalfi, Venezia, eccetera.
I cognati sono scaturiti un po' dappertutto.
Ma il record dei santi, santi anonimi e sconosciuti, santi senza incenso, senza fiori e senza preghiere, ce l'ha questa nostra città che sta sempre per morire e, malgrado tutto quello che è costretta a subire, non muore.

lunedì, gennaio 01, 2007

Napoli che muore (19): La pace

Primo giorno dell'anno 2007, giornata mondiale della pace.
E' bene che l'anno inizi così, dopo tutto il fracasso di stanotte.
La pace non si sbandiera, si costruisce giorno dopo giorno con la buona volontà.
La pace è possibile.
Qualcuno è potente, ma nessuno è onnipotente.
La pace è di chi la vuole veramente