sabato, agosto 25, 2007

NAPOLI CHE MUORE (69): Gorilla ed umani evoluti

Gorillas on Yahoo! News Photos

Premesso che, come non faccio parte dei superbi che si ritengono il centro dell'universo, così non appartengo a quel nefasto gruppo di animalisti che, a botta di modelli comportamentali, vorrebbero farci regredire. Nel corso di una conferenza in India non esitai a dichiarare che avrei ammazzato tranquillamente una mucca per sfamare dei miei simili. E gli induisti volevano prendermi a botte. Non faccio mistero del rapporto conflittuale di odio amore che ho col mio cane e non soltanto con lui.
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Ma queste fotografie che stanno viaggiando nel Web mi hanno sconvolta.
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Sono state scattate nel Parco Nazionale di Virunga, nel Congo, dove dovrebbero vivere protetti gli ultimi gorilla della montagna, bestioni alti sino a due metri con peculiarità simili alle nostre, tra cui il 90% del nostro Dna. Ciò in cui differiscono da noi è che non ammazzano i propri figli, anzi, hanno uno spiccato istinto genitoriale.
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Dall'inizio dell'anno ne sono stati massacrati sette. E nell'ultima strage sono stati abbattuti un maschio e tre femmine, di cui una incinta. E' sopravvissuto un cucciolo che però dovrà fare a meno delle poppe di sua madre piene di latte per lui, diversamente da come si usa da noi che le poppe le riempiamo di silicone.
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L'ultimo eccidio resta un giallo perchè i cadaveri sono stati trovati senza mutilazioni. Di solito i bracconieri ne asportano le mani per ricavarne i richiesti posacenere sul mercato dell'orrore, o per venderne la carne che da quelle parti è un cibo status-symbol, come il caviale e lo champagne per i nostri arricchiti.
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Si sa che quando viene catturato un grande capo, il resto della famiglia, sentendosi indifeso, si consegna spontaneamente.
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Questa storia somiglia troppo ad una storia umana.
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Speriamo che i gorilla si estinguano prima di imparare quello che gli umani fanno anche ai loro simili.

14 commenti:

cazzandra ha detto...

Scusa, Ueuè, ma come non dare ragione a quelli del black out?
Io sarei un po' stufa di appartenere a questa specie!
La maggior parte del genere umano fa proprio schifo!
Altro che stress, sono cose di questo genere che ti fanno cadere in depressione!

Anonimo ha detto...

Sarà che mi sono incazzato ma io quoto cazzandra,

Anonimo ha detto...

Anca mi.

miro ha detto...

Meno male che dove vivo io ci sono solo i gabbiani, una capra e quattro galline, le api e un cane.
E meno male che non interessano nessuno.
Queste foto danno la misura dell'aberrazione umana. I gorilla sono erbivori e solo i maschi capobranco diventano aggressivi, se vengono attaccati, per difendere la famiglia.

Anonimo ha detto...

Calda domenica d'agosto
non ancora arreso
I tuoi gorilla
e il mio caffè sospeso,
mentre i sogni rattoppo
bussano alla porta:
muoversi piano
per non sudare troppo.

embè ha detto...

E' vero e risaputo che le scimmie hanno capacità imitative.
In un villaggio del Kenya hanno imparato a rubare nelle fattorie, divorano le scorte, uccidono i cani da guardia, da brave esibizioniste molestano le donne indicando loro i genitali, e nelle loro scorrerie hanno sentinelle che fanno da palo, avvertendole quando c'è un pericolo. Poichè temono soltanto gli uomini, si muovono quando questi sono nei campi a lavorare. E le donne, spaventate, hanno tentato di ovviare al disagio indossando abbigliamenti maschili. Ma loro, le scimmie, le sanno riconoscere.
C'è da chiedersi come si comporterebbero con i gay.
Immagino nello stesso modo. Come gli uomini, appunto.

Ueuè ha detto...

@ Grazie, anonimo, questa tua poesia domestica m'è piaciuta tantissimo: sembra scritta da un marito che non ho.

@ grazie anche a te,Embè,le tue notizie hanno un po' alleggerito le immagini di questi gorilla uccisi. Le scimmie esibizioniste che mostrano i genitali alle donne sono da morire. Bisognerebbe munirle di cappotti e di impermeabili!

Ueuè ha detto...

...da aprire di scatto all'occorrenza!

Stefano Calosso ha detto...

quelli del bleccaut.... :-)

Vedi, Ueuè, anche questo post (e grazie per la segnalazione) dimostra sostanzialmente la nostra incapacità di vivere in equilibrio con questo pianeta, a qualsiasi latitudine o longitudine.
La natura è violenta, tutte le specie in natura sono violente, compreso l'uomo. Peccato che noi lo siamo "aggratis", veramente senza un motivo. O se questo motivo esiste è talmente fuori da una qualsiasi logica di integrazione con l'ambiente che ci circonda che ci isola. Si, hai capito bene, l'uomo è ormai solo sulla terra. Molti sono convinti che l'uomo stia distruggendo il pianeta: io penso esattamente il contrario. Sara il pianeta a sbarazzarsi dell'uomo.
A presto.

Ueuè ha detto...

@ Stefano, ovviamente sono d'accordo con te, ma mi pareva d'averlo già scritto parlando della natura e delle sue leggi. Il fatto è però che già troppa gente si difende da questa pressione prevenendo i tempi, e stordendosi con qualche porcheria. O facendo di certa politica l'Azazel di quanto sta accadendo, che è un altro modo di stordirsi per non guardare in faccia la realtà.
Io mi ci faccio la doccia come ho detto, ch'è il risultato d'una discesa agli inferi, e rido da buffona, dietro la maschera della mia identità, per indicare una via di leggerezza.
Lo sanno molto bene coloro che mi seguono. E poi, e poi, nessun black-out, finora, riuscì ad estinguerci del tutto. Solo l'identità ci fotte. Ma a questo Darwin non ci aveva pensato. Anzi.

vbinaghi ha detto...

Quella dei posacenere non l'avevo ancora sentita. A commento di tutto ciò un vecchio epigramma di Stefano Benni.

Il futuro dell'uomo
è a una drammatica stretta
ho visto un panda
con la mia faccia sulla maglietta

Stefano Calosso ha detto...

Il problema principale è uno: siamo troppi.

La storia del Bleccaut va chairita:

"Solo un black-out può salvare l'umanità"

Appunto salvare, offrire ai pochi che riusciranno a sopravvivere un'ulteriore occasione, vivere sul pianeta in modo diverso, direi più "integrato", non necessariamente tornare nelle caverne. Tutto lì, non ho mai parlato di estinzioni di sorta...

Ueuè ha detto...

@ Stefano, ma è proprio per questo che, affrontando un tema enorme e così penalizzante, ho scritto che la natura si serve di statistiche.
E le statistiche prescindono dall'identità. Ciò che a noi sembra amorale perchè di norma ci viviamo aggrappati. Ti trovi?
Quanto alle tecniche colpevolizzanti, foriere di mali oscuri, ho scritto sul tuo post ciò che ne penso.

@ Vbinaghi, grazie, adoro gli aforismi. Ne ho scritti anch'io, ma stanno tutti in Italia, cazzarola.

vabbè ha detto...

Appoggio pienamente il fatto che certa cultura vorrebbe farci regredire ad un precedente stadio animale impedendoci di evolvere verso quello umano. Il che spiega anche il comportamento verso questi poveri gorilla.