domenica, marzo 18, 2007

NAPOLI CHE MUORE (37):Toccata e fuga da una sacra amicizia

Due giorni a Napoli. E' venuto Massimo a prendermi a Fiumicino. "E' davvero imbarazzante darle questo fastidio, ma suo zio ha insistito, ha detto che se non accettavo si offendeva." cerco di giustificarmi. "Ma voi volete scherzare? L'amicizia è sacra." Ho trovato un low cost e ho viaggiato bene, scivolo nel relax e addirittura chiudo gli occhi e mi addormento mentre Massimo corre sull'autostrada. Quando li riapro siamo già a via Foria, bloccati nel traffico, e non si procede d'un centimetro. Mi guardo intorno. I ragazzini fanno slalom coi motorini tra le macchine con i finestrini chiusi. Oltre i vetri facce impaurite, consapevoli d'essere prigioniere nei loro abitacoli, alla mercè degli scippatori. Giunti a casa, Massimo scarica la mia borsa e annuncia:"Da casello a casello un'ora e quaranta. Dall'uscita dell'autostrada a qui due ore." Penso che l'annuncio contenga anche un messaggio economico. "Quanto le devo?""Non vi preoccupate. Dovete dirmi solo quando ripartite."Dopodomani." "Allora ci vediamo dopodomani. A che ora?" "A mezzogiorno le va bene?" "Okkkkkey!" Se ne va con le sue ciocche di capelli gelificate, l'anellino all'orecchio, il collo corto affogato in un pullover dolcevita. Nella segreteria ci sono diciotto messaggi inutili. Il frigo brilla di desolata e vuota pulizia. Il televisore sembra un animale imbalsamato. Dalle cornici sparse per casa, le foto di quelli che amo sembrano immagini ancestrali di antenati sconosciuti. Tebby, attualissimo, fa una lunga pipì nel suo angolo preferito del giardino. Telefono a Carla e a Pietro per salutarli, per rimproverarli perchè non intervengono quasi mai sul mio blog, e per chiedere aiuto, perchè mi è appena giunta una richiesta di fotocopie di documenti ed io non ho fotocopiatrice nè fax, e ho invece i minuti contati. Pietro capisce e mi invita a spedirgli tutto per corriere e poi provvederà lui. Che Iddio lo
benedica. Dopo un lungo digiuno per mancanza di tempo e di cibo, sono a cena da Svetlana. Per anni sono stata la sua culla, ma adesso i ruoli si sono invertiti. Ha mandato a prendermi suo marito che adesso fa l'anfitrione e stappa una bottiglia che gli hanno regalato di un vino frizzantino delizioso fatto in casa. Mi sento più a casa mia qui che a casa mia. Arrivano le pizze, cotte nel forno a legna e fragranti, ho letto da qualche parte che per alimentare il fuoco alcune pizzerie usano le casse di quando scavano i morti per sistemarli nei loculi, ma francamente me ne fotto perchè la pizza è gustosissima. "Dove le ordinate?" "In una pizzeria qui vicino che sta in una traversa di una traversa del Cavone." "E com'è questa pizzeria?""E' piccola, con pochi tavoli, ma è carina." Salvatore sorride tomo tomo:"Ma se vuoi andarci devi munirti di quattro bombe a mano, un bazooka e un mitra." Si fa tardi. E' bello stare insieme. Ci vogliamo bene. Mi chiedono del blog. Hanno il computer con tutto il tavolino perchè gliel'ha regalato qualcuno che ha cambiato il suo, ma non hanno i soldi per pagare il canone per Internet. "Ho avuto la cittadinanza italiana." annuncia Svetlana "e gli attestati dei corsi che ho fatto alla Regione." Sorride:"Adesso dovrò decidere a chi mi devo vendere per una sistemazione di lavoro." Ormai, di Napoli, Svetlana ha imparato tutti i codici. Domani tutti i miei soldi si trasformeranno in bollette, ricevute e pagamenti vari non voluttuari. Il portiere mi porterà la posta e resterà fermo sull'uscio in attesa della regalia. A Massimo intendo coprire almeno le spese di viaggio. Le conteggio con larghezza, inserendoci un regalo per l'incomodo. Mi resterà poco per vivere nel paradiso extracomunitario. Ma so vivere bene con poco. Ciò di cui non posso fare a meno, ciò che mi è indispensabile, non si compra coi soldi. Arriva Massimo sempre impomatato, olezzante di uno di quegli orribili profumi alla moda, sempre con l'orecchino, sempre col collo affogato in un pullover sbagliato. A Fiumicino gli chiedo quanto gli devo. "Lasciate stare." Insisto. "Allora pagatemi solo le spese." Ne ho già calcolato l'importo largheggiando, ma educatamente chiedo:"Quanto vengono?" E lui imperterrito mi chiede giusto il doppio. So di avere uno sguardo costernato, ma Massimo rincara:"Che volete, non potrei mai approfittare. L'amicizia è sacra." Gli consegno la somma richiesta cui, per orgoglio spagnolesco, ho aggiunto un ulteriore regalo che ho sottratto alla mia sopravvivenza. Col taxi avrei risparmiato. Lui depone a terra la mia borsa, mi strofina gel ed olezzi sotto al naso per un bacio amicale e s'avvia verso l'auto con lo squillo del suo "Okkkkkey!" di saluto. Chissà perchè mi vergogno, mi sento fuori posto, affogo in uno stato di totale emarginazione e disadattamento. Poi l'aereo decolla verso i miei due mezzo sangue cui ho potuto comprare, dal tabaccaio dell'aeroporto, soltanto due lecca lecca che s'accendono. Da tre euro.

21 commenti:

Anonimo ha detto...

Sei stato qui e te ne sei andato subito. Ma è proprio vero che "cchiù luntano me staie,cchiù vicino te sento" come dice la canzone.La tua breve visita alla città me l'hai fatta vivere come fossi stata io. E scrivi cose esatte e tristi che fanno anche ridere. Ma come fai? Sei un artista vero.

Anonimo ha detto...

Tu e Tebby siete unici, puliti,preziosi.

Anonimo ha detto...

Siamo tutti eroi,noi che viviamo a Napoli,ma tu sai spiegarlo con semplicità e con grande intelligenza.

Anonimo ha detto...

Non sono affatto d'accordo. A Napoli l'amicizia è veramente sacra.Il traffico scorre velocemente perchè le strade sono larghe e hanno il manto perfetto.I ragazzi sul motorino affiancano le auto ai semafori e salutano educatamente, a volte offrono anche un mazzolino di fiori alle signore. Ma di che si lamenta lei. Viviamo in una città perfetta che è un modello di urbanità.

Ueuè ha detto...

Gentile anonimo, io non mi lamento.Riferisco.Ma Lei da quale sogno o bevuta di gragnano proviene? E se così non è, allora diamoci dentro e non trascuriamo l'esemplare pulizia stradale, i marciapiedi liberi da vetture, i cittadini muniti di paletta per le deiezioni canine, l'emigrazione definitiva delle zoccole,la metropolitana che profuma di bucato, e così via.

embè ha detto...

Non preoccuparti, Ueuè, tanto è detto che ci ritroveremo tutti tra verdi pascoli.

Ueuè ha detto...

Vabbè, intanto però navighiamo nelle fogne.
M'è venuto in mente questo:
Vabbè
Ueuè
Embè
c'è posto per tre.
Una cretinata per tirarmi un po' su.

miro ha detto...

bacci.lipo-lipo

vabbè ha detto...

Eccomi qui. Detto e fatto:
Vabbè
Ueuè
Embè
a ciascuno il suo... ma diviso per tre

Ueuè ha detto...

Fantasticooo! Grazie per essere entrato nel gioco. Qui se non si ride un po' si muore!

Anonimo ha detto...

E perchè, Milano fosse meglio?

Ueuè ha detto...

Non lo so. So solo che il meglio non esiste più. Forse esiste ancora il meno peggio.

Anonimo ha detto...

Ma quei lecca lecca da tre euro valgono molto di più.

Anonimo ha detto...

x y z

sei sempre fantastica !
come vedi i tuoi blog li leggo ,e tu sei riuscita a leggere il mio ?
un abbraccio da tutti noi

Anonimo ha detto...

Però un napoletano resta tale in qualunque parte del mondo vada. E il bello è che porta nel mondo la migliore parte di sè, lasciando il peggiore nella sua città. Questo è un grande mistero che nessuno è riuscito a spiegare.

VitoBarese ha detto...

Ave...
Intanto complimenti per la scrittura sempre avvolgente che hai...
...Poi che dire? Se tutti i miei amici fossero così probabilmente lavorerei per loro :D
Certo, fa sempre un certo effetto tornare nella propria città natale, pur sempre piena di difetti, ma pur sempre la propria città natale...
Io sono di Bari ma abito in un paese della Toscana. Amo questo paese, perchè ci sono cresciuto, ma mi sento barese e, quelle rare volte che scendo (ormai due o trevolte l'anno), resto sempre estasiato dalla mia città...
...forse dovrei essere più obiettivo, perchè anche Bari, come tutte le grandi città, ha i suoi problemi, ma resto estasiato ugualmente!

Ueuè ha detto...

Vitobarese, ma che hai capito? Quello m'ha chiesto il doppio delle spese. E tu lavoreresti per uno così? Ti conoscevo come persona intelligente, ma ignoravo la tua vocazione alla santità!

VitoBarese ha detto...

Ave...
Effettivamente la mia era una battuta un po'ambigua...
Volevo dire che se tutti i miei amici fossero così(cioè si facessero pagare per ogni favore), io dovrei lavorare solo per pagare loro :D

Ueuè ha detto...

Volevo ben dire... però perchè "D"?

cazzandra ha detto...

finalmente, ci sono riuscita!!!
Comunque che tenerezza quel Massimo col suo collo taurino e il suo okkeey, ma uèuè un cuore ce l'hai?

VitoBarese ha detto...

Ave...
i due punti con la D sono una faccina che ride (occhi+bocca) :D