sabato, aprile 21, 2007

NAPOLI CHE MUORE (45) Addio Limbo.

La Chiesa ha eliminato il Limbo. Non so perchè, forse per modernizzarsi. Eppure il Limbo era un luogo concettualmente moderno, surreale, diciamo pure virtuale, privo del male assoluto dell'Inferno, dell'intermezzo provvisorio del Purgatorio propedeutico a quel bene assoluto che è il Paradiso. Privo di assolutezze il Limbo era quindi un luogo nè morale, nè immorale, senza santi e senza peccatori, senza dolore e senza beatitudine, amorale forse, luogo neutro e senza confronti. Somigliante un po' al Nirvana, ma non identico, essendo il Nirvana uno stato di vuoto assoluto. Sarà che non mi piace il concetto di assoluto perchè lo ritengo pericoloso, ma è probabile che la Chiesa abbia eliminato il Limbo, in quanto luogo relativo, dopo che il Papa ha dato inizio alla sua battaglia contro il relativismo. Certo, c'era anche il problema che fosse luogo deputato a chi avesse ben vissuto, ma privo di battesimo, ed anche a chi avesse vissuto così poco da non fare in tempo ad essere battezzato. Ma forse sarebbe bastato sistemare tutta questa gente negli ampi spazi, prevedibilmente ancora semivuoti, del Purgatorio e del Paradiso, o meglio, lasciare ciascuno libero di decidere la propria destinazione, inserendo anche il Limbo nel libero arbitrio. E attribuendo a tutti, anche a coloro cui veniva negato il diritto esperenziale alla vita, la capacità senziente. Considerando cioè l'esistenza di ogni anima, libera dai lacci temporali anagrafici, quale scintilla eterna e inestinguibile di coscienza. Insomma non mancavano certo gli argomenti alla Chiesa per evitare di far fuori il Limbo. Ed è un altro sogno che se ne è andato. Voglio dire il mio sogno. Perchè il Limbo me l'ero organizzato a modo mio. Era una specie di quella "casciaforte" che Roberto Murolo cantava così bene. Solo che invece di metterci "le lettere che m'ha scritto Rosina mia", ci avevo sistemato ciò che aveva incrociato la mia strada senza che qualcuno, all'infuori di me, se ne accorgesse o vi desse un minimo di importanza. Piccole esperienze all'ombra degli eventi, più o meno grandi, cui era diretta l'attenzione generale. Personaggi come Pippo che, a fronte del pragmatico Topolino, pareva sempre un po' intronato. E mio zio Pinuccio, sprovveduto di tutto, anche di un po' di discernimento, che tirava giù a soffiate le carte da centomila che i parenti cattivi e miliardari sistemavano sui bracci del lampadario per divertirsi alle sue spalle. E di lui si diceva che avesse avuto la meningite da piccolo. E Tebby, naturalmente, questi trenta centimetri di cane che mi copre di baci le mani e la faccia e sembra che mi adori, ma poi, quando lo chiamo fa il sordo e sordo non è, ed è impossibile educarlo perchè non mi fila per niente. E anche qualcuno che ho molto amato e non ho mai capito, accanto a cui però ci stavo bene. E la mano di un bambino lindo, vestito come un principino, che chiedeva la carità in una piazza di Sorrento mentre lo osservavo con stupore. E gli occhi di un neonato, appena uscito dall'utero della madre, che mi lanciavano lo sguardo di uno che sa già tutto. E lo spettacolo sbalorditivo di un giardino di albicocchi in fiore che irradiavano una luce sovrannaturale. E anche questa poesia di Goethe, che non ho permesso a nessuno di rovinare con la teoria "dell'uno e del tutto" di cui taluni amano riempirsi la bocca.--------------------------------------------------"E che cosa è una rosa , ora si sa; ora, passata l'età delle rose sullo spino ne brilla ultima una e tutta sola tutti i fiori ha in sè."-E ancora una notte due stelle che vibravano e si gonfiavano, parevano volersi staccare dal cielo, ed erano nitide, tridimensionali, assolutamente diverse dalle altre stelle. E mi pareva che mi inviassero un messaggio, un messaggio che non capivo ma che mi commuoveva lo stesso. Penso che il Limbo mi piacesse perchè, essendo un luogo indefinito, uno poteva organizzarselo come meglio gli pareva. Ho sempre preferito tracciarmi la strada ad ogni passo, rifiutandomi di percorrere sentieri preconfezionati. Ecco, immaginavo il Limbo come un luogo di misteri. E avrei voluto sistemarci tutti gli enigmi che ho incontrato, ed amato in quanto tali, senza mai risolverli. Tutti gli enigmi che tentavano di aiutarmi, per sganciarmi da questa mente presuntuosa e indagatrice che continuava a girare a vuoto su se stessa.
Adesso che il Limbo non c'è più penso che dovrò ricostruirmelo in qualche modo. E forse anche questo doveva accadere.

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Ueuè, quando diventi serio mi fai soggezione.

Anonimo ha detto...

Stupendo. Mi hai fatto sognare.

Anonimo ha detto...

Mi ci porti pure a me?

embè ha detto...

Tu sei un vero poeta, caro Ueuè. Mi piacerebbe tanto conoscerti da vicino.

Anonimo ha detto...

Però sto' Papa è stato un po' indelicato. Se lo doveva porre il problema di questo povero Ueuè che rimaneva senza Limbo! Trovati una bella casciaforte, perchè quella, con quello che ci vuoi mettere dentro, non se la ruba nessuno! E non ci puoi mettere dentro anche una bella cannetta per quando ti verremo a trovare?

embè ha detto...

Ma che ci venite a fare su questo blog? Soltanto per dare fastidio?
Pussa via!

Anonimo ha detto...

Però secondo me questo Ueuè non ci sta con la testa.

Ueuè ha detto...

Può darsi, può darsi. Ma naturalmente: dipende...

vabbè ha detto...

Mi hai talmente rincoglionito che ho scritto il commento su un altro blog cliccato per sbaglio tra i miei preferiti e non ho idea di quale fosse. E nemmeno mi va di andare a vedere. Tutta colpa tua.
Questa è quasi una dichiarazione d'amore. Bella la poesia di Goethe, bello il tuo personal Limbo, bello lo stile estemporaneo del tuo post.

ottoflash ha detto...

E così in era di globalizzazione si potrà finalmente dire :"Meglio apolide che... cresciuto nel limbo".........
Ueuè ma quanto ci vuole ancora per capire che la sacralità della vita è la vera traccia su cui impegnare ogni sforzo intellettivo e creativo....
Sua Santità continua a centellinare inutili concessioni
interpretative sui testi sacri cercando dall'altra di rafforzare l'intolleranza e l'ortodossia........
Siamo tutti figli della stessa storia e dello stesso mondo e fanculo Sant'Agostino quando diceva che i neonati morti prima del battesimo erano destinati all'inferno...
Adesso rimane un falso "buco" da colmare......
Il limbo ormai,come hai sapientemente descritto,
appartiene per sempre ad un assodato immaginario colletivo..
Dai ! Sono disponibile a fondare una nuova setta eretica..Chiamiamola "Limbo for ever".....

Ueuè ha detto...

"Limbo for ever" è molto bello, ma facciamone un movimento. E non una setta dove ti fanno lavare i pavimenti!

VitoBarese ha detto...

Ave...
Stranamente, rispetto al solito, mi trovi in disaccordo cara Ueuè.
Io il Limbo l'ho sempre visto come un qualcosa di negativo, un qualcosa che non è nè carne nè pesce. insomma non l'ho mai amato.
Secondo me il Limbo è peggio dell'Inferno, è un po' come l'X della canzone "Vivo, Morto o X" di Ligabue. Diceva Oriana, "Come sempre aveva preferito il comodo limbo di chi non vince e chi non perde. E non perde perchè non vince, non vince perchè non gioca, non gioca perchè non osa, non osa perchè non vive. Non vive perchè non ha coraggio. Il limbo di chi non vive perchè non ha coraggio, sì. Il limbo di chi non si espone mai, non si compromette mai, non rischia mai, quindi non riceve nè lodi nè vituperi: non va nè al Paradiso, nè all'Inferno. Il limbo di chi si tiene sempre neutrale, sempre spettatore, sempre al sicuro dietro una finestra da cui guarda i pochi che si espongono e si compromettono e rischiano."
(Chissà se riconosci da dove l'ho ripreso).
Non credo tu intendessi il mio stesso tipo di Limbo, probabilmente ne abbiamo un'idea diversa, in ogni caso a me basta non finirci...

VitoBarese ha detto...

PS: starci non starci con la testa, dipende sempre da come si vedono le cose, in fondo è tutto relativo.

Ueuè ha detto...

Vito, Oriana era sanguigna e combattiva, e si dichiarava "atea cristiana", e in questo mondo di pesci lessi opportunisti e vigliacchi le sue parole cadevano come una scure. Ma ci fu Uno che indubbiamente fu cristiano non ateo, uno che perse tutte le battaglie terrene perchè non si schierò, non fece guerre, non oppose resistenze e si limitò a perdonare quelli che non capivano.
Il Limbo è la risoluzione degli opposti. Uno stato di coscienza in cui ogni combattività non ha più ragione d'essere, perchè non vi è più nulla da contrapporre, nulla da dover difendere, nulla che ci appartenga. E' oltre ogni dialettica.Ma non è che tu ci debba andare per forza, intendiamoci. E francamente non mi sentirei di consigliartelo. Perchè per giungervi occorre aver prima sudato sangue.
Un bacione.

VitoBarese ha detto...

Ave...
Cara Ueuè, non riesco a essere daccordo con te (incredibile per due volte in così poco tempo, non credo che ricapiterà spesso), il Limbo proprio non mi piace, non mi va giù. Il perdonare è già non essere niente, è già uno spostamente verso il bene, se poi l'Uno a cui ti riferisci è Gesù o Francesco, beh, che non hanno fatto niente non me la sentirei di dirlo. Credo che il Paradiso se lo meritino.
Insomma, spero di non essere da Limbo, non ci voglio andare :D
Un saluto.

PS:scusa se ti rispondo in momenti scaglionati, ma sono gli attimi che ho...

Maya ha detto...

La Chiesa ha il pallino per le organizzazioni gerarchiche. Oltre che la loro struttura hanno fatto anche l'organigramma dell'aldilà? Scusate la mia ignoranza ma chi ha deciso che esiste il limbo, che l'inferno è diviso in gironi e il paradiso in nuvolette di merito?
Dopo una vita da sottoposti almeno da morti fateci essere liberi!!!!
Il Limbo è una cosa tristissima mi deprimo solo a dire la parola. Spero che non esista!

Ueuè ha detto...

Perchè la nostra mente viaggia per opposti. Senza il bene non esisterebbe il male e viceversa. Perciò viviamo in uno stato di guerra continua, costretti a scegliere e a sacrificare per spirito di sopravvivenza. Chi ha detto:"Ho vinto la morte." non si riferiva al ritorno in questo stato di conflittualità, diversamente che razza di salvezza sarebbe stata? Temo che siate condizionati dalla visione del Limbo che la Chiesa ha inciso nelle nostre coscienze.Ma è chiaro che mi riferisco a tutt'altra cosa. Come si può essere felici e beati in quello che chiamano Paradiso con la coscienza che c'è tanta sofferenza nell'Inferno? E' ancora una visione duale, conflittuale, una visione terrena, materiale e non spirituale. Infatti come posso essere felice su questa Terra sapendo che c'è tanta gente che soffre? Il mito della Caduta -che ovviamente non va preso alla lettera- è la storia della caduta nella conflittualità (la coscienza del bene e del male rappresentata dal frutto del suo albero). E' da questo che avevamo bisogno d'essere liberati. Io lo chiamo Limbo, voi potete chiamarlo Pinco pallino, o come vi pare, se la parola Limbo evoca in voi ciò che ne ha detto la Chiesa riconoscendo poi il proprio errore ed eliminandolo. Essendo infatti ingiusto, assurdo e inconcepibile una sorta di gulag per le anime prive di battesimo. Ma a me è capitata la fortuna di liberarmi di questa visione terrena e materiale, riuscendo ad andare "oltre la lettera" perchè, l'ha detto Paolo di Tarso, "la lettera uccide". Quanto m'avete fatto faticà!

cazzandra ha detto...

Complessa questione teologica. E, aanche solo per aver creato questo tipo di dibattito, complimenti all'autore del post.
Credo che il confronto nasca dal dal fatto che il limbo non rappresenti per tutti lo stesso luogo.
Tale ambiguità di interpretazione è dovuta ad una assenza di definizione chiara in tutta la tradizione inerente.
Non mi risulta, ad esempio, ci venissero sistemati gli ignavi,come invece ha fatto il Barese. L'equivoco in questo modo,può prendere il largo in ogni senso.
La mia personale opinione è questa.
Credo che per alcune persone l'assolutismo teologico di tipo medievale sia insostenibile.
La modernità del limbo è proprio in questo, non è luogo del disimpegno ma dimensione che rifugge l'idea del giudizio assoluto, perentorio e (attenzione) irreversibile.

vabbè ha detto...

Sono totalmente d'accordo con Cazzandra. Tanto più che la formula di Ueuè riesce a coinvolgere anche un ateo come me.