venerdì, settembre 21, 2007

NAPOLI CHE MUORE (81): Amore

Il testo che segue, che potrebbe apparire un po' ostico, mi è tornato tra le mani con un libro che ebbe grande influenza su di me alcuni anni fa. L'ho riaperto convinta che nel frattempo molto di me fosse cambiato, e invece vi ho ritrovato tutto ciò che mi mosse, e mi muove, a percorrere una certa strada, croce e delizia della mia vita. E anche l'Amore, inteso in un senso un po' diverso da ciò che intendiamo quando lo nominiamo, che trascurai in un periodo di colpevole inettitudine, e che, per generosa volontà del Cielo, è ritornato ad illuminarmi la via.
Domani andrò a comprarmi un paio di scarpe nuove. E prometto d'essere più frou-frou.
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.da:"Fenomenologia dell'individuo assoluto" di Julius Evola
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."E' dunque la prova della passione, della sofferenza, della rinuncia, della mortificazione quale la conosce la via dell'autarchia. Spezzare, umiliare la volontà -questa superba indomita volontà Signora del Fuoco- anzi LASCIARSELA spezzare, LASCIARSELA umiliare -Permettere, VOLERE, ciò- è forse possibile se non per una volontà ANCORA più alta, ancora più interiore e crudele e dura e sicura, il cui freddo splendore sconcerta e confonde la "natura" e ottenebra al confronto quella richiesta per la più estrema tensione lottante e follia di distruzione?
.Al suo limite, l'esperienza della sofferenza trapassa in quella dell'AMORE...l'assumere e volere l'esistenza di una cosa in SE' STESSA -cioè l'AMARLA- è la forma più profonda, più sottile, più crudele. Amare è un soffrire attivo, purificato, intrepido -UN SOFFRIRE CHE SI DA' A SE' STESSO; è, d'altra parte, l'elemento di un atto perfetto, dell'atto per eccellenza, chè tale è l'atto di colui che sa assolutamente abolirsi, nulla riferire a sè, essere soltanto nel "vuoto" di un inesauribile dar tutto, dire sì a tutto, abbandonarsi in una dedizione che non chiede nulla, che non è mossa da nulla e mai a capo di sè stessa. Essere in tutto ciò, consistere da tutto ciò. Il fuoco qui si storbida e diviene luce.
.E' la cessazione del "contro", l'annullarsi, l'ammettere le cose, il poterle volere nella loro stessa volontà, e ancora più di quel che esse non lo possano -è AMORE, fuoco purificato."

17 commenti:

embè ha detto...

Scusa Ueuè, tu sai che ti ammiro, ma sono diretta.
Tu adesso che vorresti dire? Che non hai più una volontà? Che ti sei rimessa ad un altro che può anche distruggerti? Che la sua volontà nel bene e nel male è divenuta la tua volontà?
Ma questo è l'abbandonarsi totalmente alla volontà di Dio, non a quella di un altro essere umano. Rispondimi appena puoi, perchè mi hai messa un po' troppo su di giri.

Anonimo ha detto...

Conosco questa strada che è durissima. E francamente me ne sento indegno.
Ma è un piacere sentirsela ricordare da Lei.
Adesso più che mai ritengo che Lei sia una creatura eccezionale.

miro ha detto...

Io invece credo d'averlo fatto, accettando la volontà della mia donna, che è mia senza poter essere mia.
Grazie, Ueuè

Ueuè ha detto...

@ Embè, rifletti, che differenza c'è tra le due istanze?
Questa è una strada che non si può percorrere senza il fuoco della brama e del desiderio. Ed è un mezzo, non un fine, che conduce poi, sì, a Dio.
@ Minervini. Lei è persona colta che stimo. Non se ne dolga. Lei è ancora giovane e può accaderle. Le occorre solo l'incontro al vertice.
E quando siamo pronti stia sicuro che arriva.
@ Miro, lo avevo sospettato per le tue scelte di vita. Complimenti!

Anonimo ha detto...

Mi dispiace, ma questa volta proprio non riesco a seguirti. Forse sono un cretino. E comunque mi sento irritato. Chissà poi perchè.

vabbè ha detto...

Senti, Ueuè, sarà che oggi è stata una giornata no, sarà che avere letto questo post mi ha messo un po' in crisi. Sono passato anch'io per le sinistre, Evola era di destra e i "curatori" l'hanno fatto a pezzi nella mia considerazione. Sono diventato un ibrido schifoso di centrosinistra, cattolico, e sto affogando nell'ipocrisia di gente che pontifica in malafede, di gente che pecca e poi si pente, e usa Dio a proprio uso e consumo per fare i porci comodi. Ti seguo quasi dall'inizio, costantemente, persino dall'estero quest'estate ti ho scritto. Ma ho bisogno di comunicare con te più profondamente.Ho quarantadue anni e mi sento già vecchio, senza qualcosa in cui credere. Vedo che sei intelligente, sento che hai una tua sensibilità. Ma non hai una cavolo di e-mail?

vbinaghi ha detto...

Evola è stato uno dei miei autori, tempo fa, Più di tutti i suoi libri, la "Metafisica del sesso".
A conti fatti, trovo in lui più volontà di potenza (magia al limite) che filosofia dell'amore.
Leggendolo viene da sospettare che per lui la rinuncia al volere proprio sia un modo per disporre interamente di sè, acquisendo un più profondo strumento di quello messo a disposizione dagli appetiti naturali.
Sottomettersi può anche essere un modo per rinunciare alla vertigine della libertà e semplificare la propria spiritualità limitandosi al puro consenso. Ma l'umiliazione non è ancora umiltà. Una tale rinuncia si può fare solo con Dio. Nei confronti di un proprio simile è una forma di idolatria, che si trasforma ben presto in odio, quando l'altro non sa corrispondere all'infinita richiesta che si nasconde in tale infinito consenso.
L'amore umano è un noi benedetto da Dio, in ultima analisi è amore a tre, perchè è da Dio che traiamo la bontà delle nostre ispirazioni. Specchiamdosi uno nell'altro e consegnandosi illimitatamente, due possono anche distruggersi. Qualcuno ricorda il film "L'impero dei sensi" di Nagisa Odhima?

vbinaghi ha detto...

Il nome del tegista è
Nagisa Oshima

Ueuè ha detto...

@ Vabbè, certo che ho una mail, se tu fossi stato più attento ti saresti accorto che sta nel mio "profilo", è quello il mio profilo, la mia mail. Okay?

Ueuè ha detto...

@ Binaghi, devo riflettere sul suo commento. Le risponderò più tardi o domani.

ottoflash ha detto...

E' da tempo che Julus mi insegue....
Non ho mai letto nulla di lui e me ne dolgo....
Me lo ritrovo sempre, quando sono alla mia libreria preferita, nello stesso posto e sullo stesso scaffale a dirmi:" prendimi , ti prego prendimi, posso dirti qualcosa...".ma infine, con il quasi terrore di comprare un Mein kampf, lo rimetto al suo posto augurandomi di essere più pronto un altro giorno....Mi capita anche con certi testi di Gurdjeff che tu conosci molto bene Ueuè, ed infatti ne ho preferito fino ad oggi la mediazione che fa della sua scuola il suo migliore allievo, come almeno lo definiva lui, nonostante il tradimento, Ouspensky................
ma adesso comprendo cosa Guenon ha lasciato in sospeso ,in un mare, a volte incomprensibile, di dissertazioni iniziatiche e cosa Evola, forse per la forza scatenata dalla costrizione della sua prigione fisica, ha avuto il coraggio di scandagliare,approfondire,avvicinare e rendere sua la verità troppe volte scomoda dell'esistenza di un DIO............
Quanto a Dio, questo sconosciuto, lo ripropongo a Vbinaghi quale emanazione Di- io, poichè lo strumento affidatoci per la sua conoscenza, prescindendo da ogni ortodossia mistico-religiosa,lo affiderei ancora al "nosce te ipsum"....
" Nel mondo le cose vanno così : gli uomini si fabbricano degli dei e venerano le loro creazioni.Sarebbe invece opportuno che gli dei venerassero gli uomini"( Vangelo di Filippo )

Ueuè ha detto...

E adesso a noi,vbinaghi, il sonno rinfresca il cervello.
Sì, ho visto "L'impero dei sensi" ed è storia di estinzione à deux.
Non a caso Lei deve averlo citato.
Ho letto in uno dei suoi libri il passaggio del protagonista attraverso certa politica che fissa la sua ideologia esclusivamente sulle necessità del corpo, il corpo fine a se stesso e non quale mezzo di trascendenza, ciò che non può che condurre all'estinzione, appunto.
Il pericolo di certi libri quali "La metafisica del sesso", è che, sia pure involontariamente, vi si ricerchi un tipo di piacere più sottile, ma pur sempre fine a se stesso.
Lei parla di idolatria, e di un possibile odio susseguente, e certo, può accadere, quale segno di un fallimento causato da premesse sbagliate.
Occorre essere in due, innanzi tutto, e porsi un fine che non sia soltanto un pasto succulento da gustare. Evola lo indica chiaramente verso la fine del suo libro:"In tanto parlare di due o più soggetti ha un senso, in quanto si presuppone un unico soggetto, da cui siano compresi e in cui entrino in relazione." Mi pare quindi che l'abbia detto prima di Lei, se permette.
Ma se durante il percorso uno dei due si rompe le palle, ciò indica soltanto che le forze ctonie, magnetismo terrestre e istinto di sopravvivenza, dominio del Principe di questo mondo, lo hanno bloccato.

Ueuè ha detto...

@ Ottoflash, anche se devo molto a quel birbante di Gurdjeff, che mi è stato utile in un momento difficile con la sua tavola degli idrogeni, preferisco anch'io Ouspensky, perchè culturalmente più vicino a noi, meno violento, e soprattutto perchè cristiano convinto. Quanto a Evola, a prescindere dalle sue successive scelte politiche che non mi riguardano, egli ha scritto giovanissimo il libro citato nel mio post che fu praticamente la sua opera prima. Ora, pensare che un poco più che ventenne odierno si metta a scrivere un libro del genere mi fa pensare alla fantascienza. E basterebbe soltanto questo a dargli un po' di credito. Non trovi?

vbinaghi ha detto...

Il loro carattere gnostico, che implica la radicale incomprensione del messaggio di Cristo e una forma di perversione spirituale, è il motivo principale per cui ho abbandonato autori come Evola o mistagoghi come Gurdjeff, il cui pensiero conosco più che abbastanza.
Anche De Sade o Bataille a loro modo praticavano una forma di ascetismo: ma non è rinuncia per amore, è magia nera per avere potere.
Il tutto caro Ottoflash, parte dall'idea che Dio non sia una realtà che mi crea, ma una possibilità della mia coscienza.

Ueuè ha detto...

Mi spiace vbinaghi che Lei abbia tutte queste ombre nella coscienza.
Io so, per esperienza personale, che quando uno è ben centrato in Cristo, non v'è forza al mondo che possa smuoverlo, e questo credo vada chiarito una volta per tutte.
Ma il cammino per giungervi, più che seminato dai pericoli da lei paventati, io non soffro di manie persecutorie, è sommamente disagevole e scomodo. E seppure alcuni riferiscono di una via diretta, privilegio di pochissimi, trattasi di cammino tortuoso avvolto nel silenzio.
E allora darsi un aiuto con una voce che ci parli delle cose di Dio, anche in modo non ortodosso, in attesa della voce di Dio stesso, con un linguaggio più vicino alla nostra cultura, è la sosta legittima del pellegrino.
Io sono contro la demonizzazione del reale che può condurre davvero alla follia.
Bataille mi fece ribrezzo e non lo lessi tutto, perchè in un suo libro, "Azzurro come il cielo" mi pare, parlava delle donne anziane in un modo abominevole. Senza rispetto per gli esseri umani, mai ci si potrà avvicinare veramente a Dio. Quanto a De Sade, francamente mi annoiò moltissimo con i suoi elenchi. Insomma esiste la malattia mentale, e non vedo perchè occorra andare a scomodare ipostasi e spauracchi. Benchè, sa che Le dico Binaghi?, com-prendere è prendere con sè, in un atto di miseridordia, e tutto quello che rifiutiamo come orrore è il segno del limite della nostra capacità d'amare. Tutti. Anche Lei ed io.

Stefano Calosso ha detto...

L'umiltà può trasformarsi in una perversione molto grave e sottendere una volontà di dominio dell'altro e un suo annullamento. Credo che essa vada esercitata principalmente a contatto e nei confronti della natura alla quale l'uomo in nessun caso può mentire. Mi pare possa essere una buona palestra per conservare una certa purezza nell'umiltà.

Ueuè ha detto...

Sì, Stefano, ma occorre non dimenticare che anche l'uomo è Natura, sia pure dotato di un'anima che gli consente di avvicinarsi a Dio.
E poi nel testo di Evola non ci ho visto umiliazione, ma mortificazione, che ritengo ottima cura per disciplinare il nostro ego narcisistico.