lunedì, novembre 12, 2007

NAPOLI CHE MUORE (129): Il futuro

da:"Breve storia del futuro" di Jacques Attali, ora uscito anche in italiano per l'editore Fazi.



Certi libri scomodi dovremmo imparare a sciropparceli, se abbiamo figli e nipoti, e soprattutto se non avversiamo i nostri simili al punto da auspicarne la fine al più presto.


250.000 francesi l'hanno già fatto.


Questo libro, duro da digerire, scritto da un uomo che è appartenuto a una sinistra ormai alla deriva, direttore di Planet Finance, una ong per la diffusione della microfinanza nei paesi in via di sviluppo che ha sostenuto anche i progetti del premio Nobel Muhammad Yunus, prevede la storia del nostro futuro prossimo, tutt'altro che allegra, ma termina con una visione iperdemocratica planetaria, dopo una serie di inevitabili conflitti. E non solo. L'autore, per onestà intellettuale, mette anche in discussione le proprie previsioni, che possono scaturire soltanto da riflessioni sul presente, tenendo in giusto conto qualche possibile fattore imprevedibile, di cui fornisce esempi calzanti. Per esempio: "...se a Serajevo, nel giugno del 1914, un assassino avesse mancato il suo bersaglio, la prima guerra mondiale non sarebbe scoppiata, in ogni caso non nello stesso modo. Se nel giugno del 1941 Hitler non avesse invaso la Russia, avrebbe potuto, come il generale Franco, morire al potere e nel suo letto. Se il Giappone, quello stesso anno, avesse attaccato lUnione Sovietica invece che gli Stati Uniti, questi forse non sarebbero entrati in guerra e non avrebbero liberato l'Europa, così come in seguito non hanno mai liberato nè la Spagna nè la Polonia.


Così, forse, la Francia, l'Italia e il resto dell'Europa sarebbero rimasti sotto il giogo hitleriano almeno sino alla fine degli anni Settanta..."


Non è un libro che fa certo sognare, perchè tenta di responsabilizzare chi lo legge, ma lascia una porta aperta, quella che ci occorre per non soccombere sotto gli strali dei profeti dell'irreversibile che odiano l'umanità, spesso, purtroppo, in nome di Dio.

C'è anche una postfazione dedicata all'Italia, alla sua storia, e a quello che dovrebbe fare per riprendersi.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Merci.

Anonimo ha detto...

Merci.

Ueuè ha detto...

Jean, pas de quoi, ma ne approfitto per narrare che una volta, al circolo della stampa, mi feci presentare da uno scienziato, un professionista, un critico letterario, un prete e un operaio dell'Italsider, e il più efficace fu senz'altro quest'ultimo.

embè ha detto...

Ma il libro che proponi è palloso?

VitoBarese ha detto...

Ave...
Ma così non vale...mi hai lasciato a bocca asciutta!
Come previsione del futuro valgono lo stesso i libri in cui gli scrittori tentano di interpretare Nostradamus?

Ueuè ha detto...

@ No, Embè, il libro non è per niente palloso. E' un libro per tutti, scritto in modo agevole e soprattutto non di parte. Son gli argomenti trattati e le premonizioni ad essere tosti. Ma quando lo finisci hai preso coscienza che se restiamo inerti siamo fottuti. Tutti, senza esclusioni.

@Vito, non capisco in che modo e perchè ti ho lasciato a bocca asciutta.
Gli scrittori che tentano di interpretare Nostradamus, il quale non può mai essere interpretato a priori!, lasciamoli stare.
Questo è un libro serio, facile da leggere, ma duro da digerire, perchè ci mette con le spalle al muro con una logica impietosa, lasciando tuttavia spazio ad una possibile ricomposizione del mondo.

VitoBarese ha detto...

Ave...
Su Nostradamus non sono pienamente daccordo, ne ho letto uno che interpreta quello che potrebbe benissimo essere il nostro futuro...
Mi hai lasciato a bocca asciutta perchè mi aspettavo riportassi qualcosa sull'Italia...

Ueuè ha detto...

@ Vito, ti accontenterò presto.

Anonimo ha detto...

Io l'ho letto. E' un libro tostissimo, ma va letto.
E te pareva che tu...briccona!

miro ha detto...

Graqzie per avermi iviato l'indirizzo di chi può spedirmi i libri qui sull'isola. Questo lo inserirò nell'ordine.

vabbè ha detto...

Ma non ne abbiamo già abbastanza di catastrofisti?

Ueuè ha detto...

Senti, vabbè, secondo me in questo mondo tutto ha una funzione, anche i catastrofisti, quindi. Bisogna soltanto vedere se sono obiettivi e in buona fede oppure no. Ciò che non è sempre facile da arguire, specialmente se hanno la nostra stessa linea di pensiero.
Di Attali, per esempio, non direi proprio che sia un marxista, ma un "marxiano" forse sì. Anche se ovviamente posso sempre sbagliarmi.

Anonimo ha detto...

Ma io non l'ho mica ancora capito tu da che parte stai.

Ueuè ha detto...

Il problema è che non esistono parti "da cui stare", a parte quelle di natura trascendente in cui ormai più nessuno crede veramente