mercoledì, ottobre 03, 2007

NAPOLI CHE MUORE(91): Le Chant des sirènes

Estratto da:"Il silenzio delle sirene". di Jacqueline Risset.

"Le chant des sirenes"
"La prima parte di Le livre à venir, del 1959, testo centrale nell'opera di Blanchot, è annunciata in quarta di copertina come Le chant des sirènes (le secret de l'écriture). Ma nel libro il "segreto" è scomparso. Il primo capitolo, consacrato al commento dell'episodio dell'Odissea, ha per titolo La rencontre de l'Imaginaire ed è costituito da un breve testo del 1954, che sarebbe stato fondamentale per generazioni di lettori, Le Chant des sirènes. Blanchot trasforma la sua lettura di Omero e di Kafka (che qui non viene mai nominato) in una meditazione sulla scrittura. Il nodo dell'incontro tra Ulisse e le sirene diviene la scrittura:
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.Le sirene: sembra in effetti che cantassero, ma in un modo che non soddisfaceva, che lasciava solo intendere in quale direzione si aprivano le vere fonti e la vera felicità del canto. Tuttavia, con i loro canti imperfetti che non erano ancora che un canto a venire, guidavano il navigatore verso uno spazio in cui il canto sarebbe iniziato veramente (...) uno spazio in cui la musica stessa sarebbe scomparsa.

Qual era dunque la natura del canto delle sirene? Secondo Blanchot, nel far sospettare "L'inumanità segreta di ogni canto umano (...). Era esso stesso una navigazione, che giungeva a poco a poco al silenzio". Le sirene sono state vinte da Ulisse, ma "nascoste nell'Odissea che è la loro tomba", costringono ormai Ulisse a intraprendere la navigazione meravigliosa, ovvero il racconto. Tuttavia, il racconto non è la relazione dell'evento. E' l'evento stesso: ascoltare il canto delle sirene vuol dire "da Ulisse diventare Omero".

(appunti per il mio romanzo vero)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Brava. E' sulla via giusta. Non so cosa stia scrivendo, ma è questo un appunto fondamentale.
Ed io lo sapevo di non sbagliarmi con lei.

embè ha detto...

Ma questo romanzo vero è lo stesso di quello addormentato?

Ueuè ha detto...

@Embè, sì, ma adesso per fortuna s'è svegliato.

@Lezard, la ringrazio.